Quarantena per chi tornaCosì si bloccano i viaggi

“In alcuni Paesi, come la Tunisia, i confini sono aperti ma chi vi soggiorna al ritorno deve fare la quarantena: quanti possono permettersi di fare le ferie e poi restare altri 15 giorni a casa?".
Pier Ezhaya, consigliere delegato di Astoi, in un’intervista rilasciata ieri, mette il proverbiale dito nella piaga ed evidenzia un ‘bug’ delle riaperture turistiche.

In buona sostanza, secondo l’ordinanza del ministro della Salute, i turisti italiani possono uscire dai confini extra Ue per trascorrere un periodo di vacanza o per viaggi di lavoro, ma al loro rientro devono effettuare una quarantena di 14 giorni prima di poter tornare alla vita normale.

E a nulla vale la lista dei 15 Paesi che la Ue ha autorizzato a varcare i confini: anche chi ritorna da uno di questi Stati è obbligato alla quarantena.

Un passaggio, questo, che in prima battuta poteva essere sfuggito, nella convinzione che solo i Paesi ‘fuori dalla lista’ degli ingressi nella Ue fossero ancora considerati poco sicuri. Ma che non è certo sfuggito ai professionisti del turismo, che ora alzano la voce.

Un passaggio che coinvolge tutto il sistema turistico, anche quello del trasporto aereo: se è vero che ogni giorno le compagnie riaprono nuove destinazioni, è altrettanto vero che i viaggiatori italiani, tornando, devono sottostare alle restrizioni dell’isolamento fiduciario.

Cosa che non favorirà di sicuro la propensione a viaggiare dei nostri connazionali e che rischia di mettere una pietra tombale sull’estate dei viaggi all’estero.

Con buona pace delle prospettive di rilancio promesse dal Governo.

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