Le associazioni chiamano il Governo:“Soldi al turismo nel Decreto Ristoro”

“La situazione per le imprese non è più sostenibile”. Con queste parole, a poche ore di distanza dalla firma del nuovo Dpcm, le associazioni di categoria del turismo organizzato, Assoviaggi-Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi ed Fto-Confcommercio, tornano a bussare alla porta del Governo, chiedendo a gran voce che vengano “accelerate tutte le procedure legate agli indennizzi già stanziati” dall’inizio dell’emergenza e “che anche il comparto del turismo organizzato sia incluso tra i settori oggetto del ‘Decreto Ristoro’”.

“Dal 23 febbraio ad oggi gli operatori del settore del turismo organizzato non hanno percepito alcun indennizzo per la chiusura delle attività – tuonano le associazioni -. Dopo aver perso un anno di lavoro, le prospettive per il 2021 sono altrettanto negative”.

Le associazioni chiedono un incontro urgente con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, per la presa in carico della situazione, nonché “la parità di trattamento con gli altri settori economici”, invocando "che anche agenzie di viaggi e tour operator siano prontamente indennizzati per i danni subiti dal 23 febbraio ad oggi, a fronte delle restrizioni imposte da provvedimenti delle istituzioni italiane ed europee”.

Le richieste
Per prevenire l’imminente collasso della filiera, scrivono le associazioni, per agenzie di viaggi e tour operator devono essere previsti: il pagamento entro il 15 novembre del contributo a fondo perduto già stanziato (perdita di fatturato marzo/luglio) con superamento delle soglie europee del ‘Temporary Framework’; il rifinanziamento per le perdite di fatturato da agosto a dicembre 2020; l’azzeramento delle tasse, delle imposte e dei contributi per tutto il 2020 e fino a giugno 2021; ammortizzatori sociali fino a giugno 2021. E ancora l’incremento della dotazione del fondo a copertura dei rimborsi ai viaggiatori per i voucher emessi da operatori insolventi o falliti.

“In assenza di queste misure – concludono le associazioni - si prevede la chiusura di migliaia di imprese e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro. A fronte di questi danni incalcolabili verranno prese in considerazione azioni di responsabilità individuali e una richiesta di danni allo Stato”.

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