Marco Peci, Quality Group:  “Nel 2022 con una marcia in più”

L’obiettivo finale resta quello di una riapertura generalizzata delle frontiere, ma fino ad allora i corridoi Covid free contribuiranno a dare un’importante boccata d’ossigeno a chi, come Quality Group, gioca il grosso della sua partita sulle destinazioni a lungo raggio.

Un buon segnale
Marco Peci (nella foto), direttore commerciale di Quality Group, non ha dubbi sul fatto che il futuro dei tour operator parte del gruppo passi anche da qui. “Un buon segnale - conferma il manager – che denota l’apprezzamento di un modello che sta funzionando bene”.
Il fatto poi che la misura sia stata predisposta fino alla fine di giugno potrebbe rivelarsi una freccia in più all’arco dei tour operator nel caso in cui la condizione pandemica peggiorasse nuovamente e comunque consente di “Programmare e confermare le prenotazioni con maggiore serenità”.

Le prenotazioni
Dal canto suo, Quality Group non ha mai smesso di muoversi e sta ora lavorando al fianco delle agenzie con un entusiasmo nuovo: “Ad oggi abbiamo già caricato più di quanto totalizzato in tutto il 2021 – specifica Peci -. E le prospettive sono positive. Ci sono moltissimi Paesi aperti, dove le condizioni sanitarie permettono di programmare viaggi in sicurezza. Ed altri che vanno riaprendosi e che ci vengono già richiesti dalla clientela. Penso ad esempio agli Stati Uniti, alla Turchia, all’Australia sulla quale Qantas ha riaperto un volo diretto dall’Italia a partire da giugno. Penso anche ai Paesi del Nord Europa, che in Quality Group occupano una posizione di rilievo”.

Maggiore esperienza
Insomma, una situazione che piano piano sta avvicinandosi a quella di una ‘nuova normalità’ anche se gli scogli da superare restano tanti. “Il Governo dovrà riprendere in mano i provvedimenti relativi agli aiuti, perché ci sono ancora tanti punti da rivedere. Ritengo comunque che il 2022 sarà l’anno di una decisa ripresa, anche se tutto sarà ancora in salita. Non ci libereremo tanto presto dagli strascichi della pandemia, ma anche se nei prossimi 2-3 anni si dovesse continuare a convivere parzialmente con questa condizione, ritengo che si sia maturato un nuovo equilibrio nel gestirla, una maggiore esperienza, fattori che consentiranno alle aziende come la nostra di riuscire a operare con una certa prevedibilità sul fronte della progettazione del lavoro e della programmazione”.

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