La ricetta italianadel gruppo Lufthansa

È rimasta alla finestra per quanto riguarda la questione Alitalia, smentendo a più riprese l’interessamento nei confronti della compagnia e guardando semmai a rotte e aerei.

Ma in contemporanea Lufthansa ha lavorato dietro le quinte per crescere su un mercato, quello italiano, nei confronti del quale tutto il gruppo ha sempre apertamente dichiarato il ruolo strategico; come in passato ha dimostrato anche il tentativo di posizionare una sussidiaria direttamente sulla Penisola.

I dati
E questo lavoro di potenziamento porta ora i primi risultati concreti, come dimostrano i dati del primo semestre: mezzo milione di passeggeri in più trasportati da e per l’Italia con i diversi brand del gruppo, il 12 per cento in più rispetto all’anno recedente, con il superamento dei 4 milioni di pax.

Ed è stato in particolare il Centro-Nord Italia a premiare Lh: a Bologna, Milano, Torino, Venezia e Firenze si concentrano infatti i due terzi del totale dei pax, con i due scali milanesi che in soli 6 mesi capitalizzano 100mila passeggeri in più. Ruolo fondamentale il gruppo lo ha avuto anche per quanto riguarda le connessioni per il lungo raggio, in particolare verso Usa, India, Thailandia e Giappone.

“Alla base di questo successo – ha sottolineato Steffen Weinstok (nella foto), senior director sales Italy & Malta Lufthansa Group -, sicuramente, ci sono i forti investimenti nel prodotto in termini di rinnovamento della flotta e delle strutture di terra (aeroporti e lounge) e nei servizi, tra cui ad esempio il Wifi a bordo della flotta di medio e corto raggio”.

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