Low cost e AlitaliaLe grandi incognite per il business travel

È uno scenario in costante evoluzione quello che si sta delineando nei cieli italiani. Cieli che sono ormai diventati terra di conquista delle low cost, da Ryanair a easyJet, e che ormai poco spazio lasciano ai competitor full service, alle prese con la gestione di un modello alla sbarra dei costi.

L’evoluzione, stando a un’analisi fatta dall’esperto di aviazione Andrea Giuricin in occasione di un webinar per addetti ai lavori organizzato nei giorni scorsi da Cwt, toccherà inevitabilmente anche il settore del business travel.

Le incognite includono anche la situazione in cui attualmente versa Alitalia, per la quale nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le prime offerte non vincolanti.

Com'è cambiata l'industria
Il mercato dei voli italiano, tanto per cominciare, è cresciuto negli ultimi 20 anni passando dai 53 milioni di pax del 1997 ai 134 milioni del 2016. In questo scenario, sono cambiati gli attori, con l’incalzare delle low cost  che ora, come nel caso di Norwegian, stanno aggredendo anche il lungo raggio. Un fenomeno che, sottolinea Giuricin, potrebbe portare a un ovvio calo delle tariffe medie, a seguito dell’aumento della concorrenza.

Le domande su Alitalia
Per quanto riguarda Alitalia, invece, le domande che restano aperte per il settore riguardano anzitutto l’incertezza sul medio periodo – leggasi ‘Cosa succede dopo novembre?’, mese in cui non sarà più valida la licenza di volo, se non varia nulla dall’assetto attuale – e l’eventualità che altri player vadano a sostituire l’operativo di Az sul corto e medio raggio.

Altro tema aperto, che da vicino toccherà un domani i business traveller, quali saranno le strategie che Az adotterà sul corridoio nordatlantico, una volta che nel 2022 scadrà la joint venture con Air France e Delta Air Lines.

Lungo raggio a basso costo
Sul fronte low cost, lo scenario sembra essere più incoraggiante, ma non per questo meno in evoluzione.

Il comparto bt, infatti, secondo l’analisi di Cwt, potrebbe un domani risentire del calo dell’offerta dei vettori full service sul lungo raggio, a seguito dell’aumento del prodotto low cost, pur beneficiando di un aumento della concorrenza e di un contestuale ribasso dei prezzi.

Ma al contempo, non è detto che il modello low cost rimanga in futuro uguale a se stesso, aprende sempre più a un business model ibrido.

Ti è piaciuta questa notizia?
Condividi questo articolo
Iscriviti a TTG Report, la nostra Newsletter quotidiana
Più lette
Oggi
Settimana