B737 Max, il ritorno si allontana: i vettori Usa allungano lo stop fino a marzo

Comunque andrà, e a meno di sorprese dell’ultima ora, il riposo forzato dei B737 Max non durerà meno di un anno, con un conseguente ulteriore incremento dei costi per le compagnie che hanno in flotta gli aerei fermi.

Dopo le anticipazioni sul possibile via libera al ritorno in volo dell’aereo Boeing verso fine anno per quanto riguarda gli Stati Uniti e per la fine di marzo per Europa e altri Paesi, arriva ora una frenata da parte delle stesse compagnie aeree americane. Prima Southwest e poi a ruota anche gli altri vettori hanno infatti deciso di non inserire nello schedule voli con i B737 Max prima del mese di marzo del 2020, indipendentemente dalle decisioni della Faa.

Alla base della decisione i tempi tecnici necessari per la formazione e i test dei piloti con i nuovi software che si renderà necessaria per tutte e compagnie, oltre agli aggiornamenti tecnici degli aerei stessi. Ma al di là di questi aspetti, ci sarà anche la necessità di riconquistare la fiducia da parte dei passeggeri.

Un aspetto che nei giorni scorsi è stato messo in luce dal ceo di United, Oscar Munoz, il quale ha anticipato che i passeggeri avranno la facoltà di decidere se volare oppure no con i B737 Max e in caso negativo potranno scegliere un volo alternativo senza costi aggiuntivi.

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