Vettori, ripresa a tappe Ecco tutti gli scenari

Archiviato il 2021 con un livello di traffico inferiore del 44 per cento rispetto al 2019 (ma anche con una media degli ultimi 11 mesi dimezzata, ovvero pari al 22 per cento), per il mercato del trasporto aereo europeo è tempo di guardare avanti e lavorare perché ci siano le condizioni per una ripresa più robusta rispetto a quanto visto nell’anno appena concluso. La partenza sarà ancora una volta in salita, visto che l’inverno si annuncia difficoltoso per i motivi a tutti noti; ma è anche vero che di fatto siamo ben lontani dallo stallo pressoché totale di dodici mesi fa e questo dovrebbe rappresentare un punto di partenza incoraggiante.

In attesa di conoscere le strategie che verranno messe in campo dai singoli vettori, un quadro dello scenario che potrebbe formarsi lo fornisce Eurocontrol. Oltre al bilancio 2021 dell’Europa dei cieli, l’organismo ha stilato anche una traccia di previsione sia a breve sia a lungo termine, valutando tre possibili varianti: quella maggiormente ottimistica, quella media e quella che nessuno spera di incontrare sulla propria strada.

Il breve periodo
Partendo dal primo aspetto, la valutazione sull’andamento del traffico aereo in Europa prende in considerazione il periodo fino a marzo. Quasi tutti i vettori hanno già presentato in linea di massima la programmazione estiva, ma, come abbiamo visto in più occasioni e come è ormai prassi da parte delle compagnia, gli interventi in corsa sono ormai all’ordine del giorno e le cose potrebbero cambiare anche radicalmente. Detto questo, le stime Eurocontrol vedono nella migliore delle ipotesi un ritorno al 93 per cento del traffico rispetto al 2019, contro il 78 dell’ultima rilevazione reale. Previsione forse troppo ottimistica visto i recenti tagli annunciati, mentre maggiormente realizzabile potrebbe essere il modello base,  all’85 per cento. Nel peggiore degli scenari il mercato tornerebbe ai livelli di settembre, con il 30 per cento di traffico in meno.

A lungo termine
Quando possiamo invece ragionevolmente pensare che il mercato raggiunga il pareggio per poi partire con la risalita della curva? La curva di sviluppo considerata maggiormente realistica sposta ora il traguardo nel 2024, quindi 4 anni dopo l’avvio della pandemia, un tempo lunghissimo per un settore che fa sempre più fatica ma che al contempo sta mostrando un livello di resilienza elevatissimo. Magari però le cose potrebbero andare meglio con il progredire dei vaccini e allora già a fine 2023 si potrebbe raggiungere il fatidico 100%. Fermo restando che si tratta di previsioni e nulla più, nel senso che la variabile degli eventi non consente ancora di avere grandi certezze.

E puntando invece lo sguarda sul 2027? In questo caso partiamo dalla peggiore delle ipotesi e per il mercato ci sarebbe una stagnazione sì, ma con un andamento in tutto e per tutto sui livelli del 2019. Più probabile invece che il settore riprenda la sua corsa verso l’alto, con livelli comprese tra i 7 e gli 11 punti percentuali.

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