Ita, Lufthansa non cede Tutte le ipotesi in campo

Difficile mollare una preda così, soprattutto quando ti sfugge all’ultimo istante, mentre sembrava ormai tutto fatto. Nonostante Lufthansa abbia preso atto della decisione del Governo italiano di procedere con Certares insieme a Air France-Klm e Delta per il processo di privatizzazione di Ita Airways, nel quartier generale di Francoforte ci si è subito messi al lavoro per studiare le contromosse valutando tutte le strade possibili, anche quella di un eventuale nuovo tentativo di acquisizione.

La presa di posizione
Del resto le prime dichiarazioni ufficiali da parte del gruppo tedesco all’indomani della decisione hanno subito ribadito come “l’ offerta con Msc era e continua a essere la soluzione migliore per Ita” e quanto alla presenza sul mercato italiano e alla volontà di crescere ha confermato come, grazie anche al ruolo di Air Dolomiti e agli altri brand “continueremo ad ampliare questo posizionamento con le nostre forze e a sviluppare ulteriormente la nostra offerta per offrire il miglior servizio ai nostri clienti e passeggeri italiani”.

Le ipotesi in campo
Quindi proprio la controllata italiana potrebbe ora essere protagonista di un cambio di passo sul territorio nazionale per non lasciare troppi spazi ai rivali franco-olandesi, considerando il ruolo strategico che il nostro mercato può avere per crescere nel Mediterraneo e non solo. Ma dalla Germania non si esclude alcuna ipotesi, come ha confermato al Corriere della Sera il ceo Carsten Spohr. “L’Italia è e continuerà a essere il mercato europeo chiave al di fuori di quelli interni nostri. Lufthansa non ridurrà gli investimenti nel Paese”.

Solo vera privatizzazione
Per fare capire le motivazioni che portano Lufthansa a non chiudere ancora il capitolo Ita Airways il manager rivela un particolare importante: “Questa estate – dice – abbiamo portato più americani in Italia che in Germania”. Tradotto: forti ingressi economici dal mercato più ambito, come quello dei voli tra Europa e Stati Uniti, proprio grazie al ruolo dell’Italia. Ma Spohr ribadisce anche che se l’affare dovesse andare in porto in futuro, questo dovrà avvenire sempre e solo alle condizioni poste da Lufthansa: una privatizzazione completa e non come quella prospettata ora con Certares. E cita i casi di Swiss, Austrian e Brussels a garanzia: “Una completa privatizzazione ha permesso loro di mantenere l’indipendenza e la loro attrattività, beneficiando allo stesso tempo della forza del Gruppo Lufthansa”.

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