Decreto Ristori 5 fermoLe attese delle aziende

Come era prevedibile, il decreto Ristori 5 che doveva vedere la luce alla fine del mese di gennaio per rifinanziare gli ammortizzatori sociali e aprire le casse per la distribuzione di nuovi contributi a fondo perduto per le categorie danneggiate dal Covid, è ancora di là da venire.

La crisi di governo, infatti, sta rubando tempo prezioso all’operatività dell’esecutivo e a quella del Parlamento, e le conseguenze possono essere pesanti.

Sebbene, infatti, il Governo con un decreto legge approvato nel Consiglio dei Ministri il 29 gennaio scorso abbia risposto alla necessità più urgente, ossia alla proroga di termini in materia di accertamento, riscossione, adempimenti e versamenti tributari, nonché di modalità di esecuzione delle pene, altrimenti in scadenza il 31 gennaio e ora prorogati al 28 febbraio, ci sono altri interventi che sono attesi dalle aziende e non solo, che invece rimangono lettera morta.

Sul tema tasse, ad esempio, nulla è stato fatto per bloccare il pagamento del canone Rai, per cui le aziende del turismo si sono trovare con la scadenza fissata a ieri senza alcuna proroga.

La situazione politica
Oggi, inoltre, scade il mandato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico: si saprà quindi se si avrà un nuovo governo, da chi sarà guidato, chi arriverà al settore Economia.

Si saprà, inoltre, se l’eventuale nuovo governo condividerà del tutto o solo in parte quanto disposto per il Ristori 5 dall’esecutivo Conte bis, perché se alcuni punti sono già definiti, altri ancora dovevano essere elaborati.

Potrebbe anche però saltare tutto il banco: Fico potrebbe salire al Quirinale a comunicare di non aver trovato una maggioranza disposta a sostenere un nuovo esecutivo e tutto sarebbe rimesso nella mani di Mattarella, con uno scenario che potrebbe allungare ancora i tempi.

Sempre che l’attuale governo non riesca a far passare l’approvazione del Ristori 5 in questi giorni di ‘interregno’, considerandolo come un atto legato agli ‘affari correnti’, che sono gli unici sui quali un governo a poteri limitati può operare.

Le misure previste
Il Ristori 5 dovrebbe prorogare la cassa integrazione ‘Covid’ per altre 26 settimane, alcune per tutte le aziende ed altre per le imprese maggiormente colpite dalla crisi economica legata alle restrizioni anti-Coronavirus. Dovrebbe inoltre prevedere un’ulteriore proroga del blocco dei licenziamenti, altrimenti previsto in scadenza il prossimo 31 marzo.

C’è poi tutta la parte relativa ai contributi a fondo perduto spettanti alle attività economiche più colpite dal Covid. Il Governo stava lavorando a un nuovo meccanismo per identificare la platea degli aventi diritto e calibrare l’entità delle somme da versare. Dovrebbe essere presa in considerazione la perdita di fatturato dell’intero 2020, ma non è chiaro se ci saranno anche paletti relativi ai codici Ateco.

Dovrebbero invece essere inclusi nel provvedimento anche i professionisti iscritti agli Ordini, che attendono una qualche forma di indennizzo diretto fin dal Ristori 4.

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