Il commento del direttore
Remo Vangelista
Il Tar del Lazio ha annullato la Circolare del Ministero dell'Interno del 18 novembre 2024 che introduceva l'obbligo di riconoscimento de visu degli ospiti. La motivazione è che una circolare ministeriale non può contrastare una legge, violare il principio di proporzionalità o contenere un eccesso di potere.
I giudici osservano come l’identificazione di persona non faccia venir meno il rischio che l’alloggio possa essere usato anche da soggetti non identificati dal proprietario dopo il primo contatto.
“La sicurezza - spiega al Corriere della Sera Elia Rosciano, presidente della Federazione delle associazioni della ricettività extralberghiera, promotrice del ricorso - non può essere una scusa per rallentare l’evoluzione del settore e caricare di responsabilità improprie chi lavora nel rispetto della legge. Le regole servono, ma devono essere adeguate ai tempi moderni”.
Una decisione, quella del Tar, accolta con favore da Aigab - Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi – che annuncia di essere già in contatto con il Governo, e con il Viminale in particolare “con il quale - precisa la nota dell’associazione - il dialogo non si è mai interrotto in questi mesi, condividendo il nostro know how al fine di validare con urgenza il riconoscimento degli ospiti da remoto tramite processi tecnologici come alternativa alla compresenza fisica; processi tecnologici su cui i gestori professionali di affitti brevi hanno investito risorse importanti, che già utilizzano e che sono in grado di garantire il riscontro dell’ingresso degli ospiti nelle case”.
Aigab auspica inoltre che il principio di proporzionalità ispiri l'agire di molte amministrazioni pubbliche locali che hanno abusato della Circolare introducendo regolamenti che da oggi decadono, avendo nel frattempo causato malessere, costi e preoccupazioni a centinaia di migliaia di famiglie e imprenditori.
I pareri contrari
Di parere opposto, invece, l’Associazione nazionale funzionari di polizia che, tramite il portavoce Girolamo Lacquaniti, esprime al Corriere della Sera “perplessità nel leggere una decisione che antepone la riduzione degli adempimenti amministrativi alla sicurezza. La circolare mirava a un accertamento sicuro degli ospiti. Al di là delle considerazioni di diritto, resta una grave diminutio in termini di sicurezza nazionale”.
Tra le reazioni dei sindaci quella di Sara Funaro, sindaca di Firenze, che ribadisce che “i regolamenti varati in città contro le keybox e per lo stop in area Unesco restano validi”. Vito Leccese, primo cittadino di Bari, commenta: “La sentenza non ci lascia per niente tranquilli, ci fa tornare al punto di partenza, senza strumenti per proteggere le nostre comunità”, mentre invece Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, aggiunge: “Rispettiamo sempre le norme e accettiamo la possibilità del check-in da remoto”.