Adr: “Fiumicino verso 52 mln
di pax, ma Istanbul e scali
arabi insidiano la crescita”

Si riaccende la competizione fra Roma e Istanbul. Nonostante siano attesi nel 2025 oltre 52 milioni di passeggeri a Fiumicino, mentre gli scali dell’antica capitale d’Oriente puntino a raddoppiare in cinque anni gli attuali 100, gli equilibri strategici sono ben lungi dall’essere definiti. “Quest’anno registriamo ancora una crescita del 6-7% - ha dichiarato attraverso le colonne di Domani Marco Troncone, ceo di Aeroporti di Roma - e a trainare gli arrivi è di nuovo il Nord America, grazie a due ulteriori voli su Seattle e a un +25% complessivo nell’ultimo triennio. Anche la Cina potrebbe spingersi oltre il recupero del suo mercato”.

Il condizionale è però d’obbligo, visto che l’espansione dell’aeroporto romano dipende oggi dalle possibilità di modificare i confini della riserva naturale di Fiumicino e dall’eventuale coinvolgimento dello Stato nel Nuovo Piano di Sviluppo. Oltre a un maggior numero di terminal, occorre in particolare una riorganizzazione del sistema delle piste per favorire maggior capacità di traffico e migliore acustica rispetto ai centri abitati delle vicinanze.

Per la società di gestione aeroportuale l’obiettivo finale è l’integrazione di zone ad alto pregio naturalistico-archeologico all’offerta per la comunità - mediante leva pubblico-privata e scambi compensativi -, ma anche il riposizionamento degli aerei che passano molto vicino alle aree residenziali fra Fregene e Fiumicino. “In termini di nuovi arrivi possiamo far conto su potenzialità inespresse nei mesi di bassa stagione - ha aggiunto Troncone - evitando così il rischio di tracimazione passeggeri nei periodi di punta. Questi finiscono infatti per favorire proprio Istanbul, in grado di gestire già 200 voli a settimana grazie all’apporto di Turkish Airlines, ma anche Dubai e Abu Dhabi in quanto scali capaci d’intercettare il traffico di passaggio. Nel medio-lungo termine Roma Fiumicino punta a ottenere un maggior ritorno dal mercato indiano, così come dal Sudamerica e dall’Africa”.

Alberto Caspani

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