Il commento del direttore
Remo Vangelista
Una linea retta in impennata, senza accenno di flessione. Il grafico del fatturato globale del turismo stilato da Phocuswright conferma la crescita del settore che, dopo il vorticoso anno della riapertura dei confini (il cruciale 2022), sembra aver imboccato la via della progressione costante.
Nessuna frenata, dunque: dopo un 2025 che arriverà a 1.670 miliardi di dollari, il 2026 vedrà il fatturato globale salire a 1.750 miliardi. Ma il Travel Forward 2026 della società rivela un altro dato fondamentale: la crescita riguarda tutte le aree del mondo, anche se ovviamente in percentuali differenti. L’Europa, in particolare, passerà da 339 a 416 miliardi di dollari; a guidare la classifica sarà comunque il Nord America, che da 550 miliardi di dollari salirà a 567.
La posizione dell’Italia
In questo scenario l’Italia conquista una posizione di tutto rispetto: tra i mercati globali per fatturato, infatti, la Penisola si piazza ben al 13esimo posto, con un totale di 34,2 miliardi di dollari di fatturato complessivo. La fetta più grossa finisce nelle mani delle prenotazioni online, che conquistano 19,7 miliardi; ma l’offline si aggiudica comunque la ragguardevole cifra di 14,4 miliardi di dollari.
Nel complesso, l’Italia ha segnato un incremento del 9,1% per il fatturato del settore turismo.
La classifica
A livello globale, la classifica dei Paesi in cui il turismo fattura di più (si parla ovviamente in termini assoluti, indipendentemente dalla popolazione) è dominata dagli Stati Uniti, seguiti dalla Cina e dal Giappone. L’Europa appare al quarto posto con la Germania, seguita da Regno Unito, Francia ed Emirati Arabi Uniti. La top ten prosegue con India all’ottavo posto, la Spagna al nono e il Canada al decimo. Uscendo dai primi 10 posti, meglio dell’Italia fanno solo l’Australia e la Russia.
Per interpretare correttamente la classifica, tuttavia, è necessario guardare le cifre: gli Usa infatti non sono solo i primi in classifica, ma generano addirittura 506,8 miliardi di dollari; il secondo classificato, la Cina, arriva a ‘soli’ 155 miliardi. Per eguagliare i volumi degli Stati Uniti bisogna sommare i fatturati dal secondo al settimo classificato. E questo rende l’idea di come il Paese rappresenti un bacino fondamentale per tutto il mondo del travel.