Il commento del direttore
Remo Vangelista
La storia va avanti ormai da diversi anni. Ma le compagnie aeree sembrano decise a non lasciare la presa. Dopo che l’Unione europea aveva alzato la voce per chiedere alle compagnie di non far pagare cifre aggiuntive per il bagaglio a mano, il nodo della fee sul trolley non è mai stato veramente chiuso.
Per le compagnie, la strategia era diventata importante per salvaguardare conti e posizionamento sui motori di ricerca, dal momento che questa consuetudine consentiva di presentarsi sul mercato con prezzi base più competitivi.
Ora si sarebbe aperto un nuovo fronte interno a Bruxelles, con l’avanzamento di alcune proposte del Consiglio dell’Unione europea per per consentire alle compagnie di ‘estrapolare’ il bagaglio a mano dalla tariffa. A sottolinearlo è il ministro spagnolo per le politiche sociali Pablo Bustinduy, secondo cui ci sarebbero pressioni su Bruxelles per fare in modo che le compagnie possano conteggiare la discussa fee per i trolley.
La questione dei ritardi
Ma non sarebbe questo l’unico fronte aperto: in ballo, come segnalato già in passato, ci sarebbe anche la questione del ritardo minimo del volo per la richiesta di risarcimento. Sarebbero in campo tentativi infatti per alzare il limite dalle 3 alle 5 ore: una modifica che ridurrebbe di molto gli importi riconosciuti ai clienti.
La partita delle normative sul turismo, considerando anche la revisione della direttiva Ue sui pacchetti di viaggio, è tutta ancora aperta. E la distribuzione non ha mancato di far sentire la propria voce, richiamando l’attenzione su alcuni elementi (come il tetto agli anticipi) che rischiano di compromettere la stabilità finanziaria di parte della filiera.
Non solo: tra le richieste della distribuzione c’è anche quella di un’assicurazione contro i default per i vettori, in modo da mettere al sicuro le casse degli intermediari in caso di fallimento.
Per il momento, tutti i fronti appaiono ancora aperti. Bisogna vedere quali spazi di manovra resteranno per poter trattare a Bruxelles.