Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non introdurre nuove tasse, ma fare in modo che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole. È questa la posizione di Federalberghi sulla contestata ‘tassa Airbnb’, che ha preso corpo da un emendamento alla legge di Stabilità proposto dal Pd e che sta sollevando un deciso dibattito anche a livello politico.
“Il dibattito che in questi giorni si sta sviluppando in merito alla cosiddetta ‘tassa Airbnb’ – dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi - rischia di distrarre l'attenzione dal bubbone che affligge il mercato turistico italiano, inquinato da centinaia di migliaia di alloggi che operano in completo spregio alla legislazione fiscale e alle altre norme che disciplinano lo svolgimento delle attività ricettive, danneggiando tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.
Secondo le stime del Rapporto sul turismo, dice Federalberghi, il numero effettivo delle presenze turistiche potrebbe essere di oltre un miliardo all'anno, quasi il triplo di quelle rilevate dall’Istat: una buona parte non viene censita perché operata nel sommerso.
“Confidiamo -conclude Bocca- che faccia strada la proposta di istituire presso l'Agenzia delle Entrate un registro di coloro che svolgono attività ricettiva in forma non imprenditoriale, prevedendo che i portali debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione per assicurare che anche i furbetti dell'appartamentino paghino le imposte”.