Riforma concessioni balneari, l’Anci chiede tempo

“Serve un allungamento del periodo transitorio per poter svolgere le gare”. Così l’Anci chiede tempo per la riforma delle concessioni balneari. Nel corso di un’audizione presso la commissione Industria del Senato, nell’ambito dell’approvazione della Legge sulla Concorrenza, il presidente dell’associazione, Antonio Decaro, ha affermato che “per i Comuni è molto difficile portare a termine le gare entro il termine del 31 dicembre 2023 previsto dall’emendamento del Governo”, poiché “vanno considerate le difficoltà legate alla verifica della documentazione sui titoli edilizi degli immobili compresi nelle concessioni”.

“Se il decreto che indica i criteri per le gare fosse pubblicato oggi stesso - ha continuato -, avremmo forti difficoltà a completare l’iter previsto, che per le nuove concessioni affidate con procedure selettive, prevede una decorrenza giuridica dal 1° gennaio 2024”.

La richiesta dell’Anci, ha proseguito Decaro, “è di allungare il periodo transitorio per permettere alle amministrazioni comunali di espletare tutte le gare con maggior attenzione e oculatezza”.

Il nodo delle gare
L’emendamento del Governo prevede che le concessioni in essere, affidate senza procedura selettiva, abbiano efficacia fino al 31 dicembre 2023 e delega il Governo stesso ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del Dl Concorrenza, decreti legislativi per aprire il settore alla concorrenza.

Il presidente Decaro ha sottolineato la difficoltà di svolgere le gare secondo criteri che andranno fissati con i decreti delegati. “Dovremo tenere in considerazione il personale impiegato, la quantificazione economica dell’indennizzo da corrispondere al concessionario uscente per gli investimenti realizzati nel corso della concessione, il valore economico dell’avviamento e del marchio: tutte valutazioni per le quali abbiamo bisogno di tempo”.

Gli immobili
Quanto al tema degli immobili che ricadono nella concessione, il presidente dell’Anci ha aggiunto: “Ciò che ci preoccupa maggiormente, trattandosi di nuove concessioni, è la verifica della legittimità del titolo edilizio degli immobili realizzati all’interno dello spazio concessorio. Infatti, queste verifiche di legittimità, investono enti preposti alla tutela dei beni paesaggistici e culturali, come le Sovraintendenze e questo richiede più tempo”.

Decaro ha sottolineato, inolte, l’alta probabilità di ricorsi per la messa a gara delle concessioni balneari. “Considerati anche i possibili ricorsi fino al Consiglio di Stato, le gare vanno espletate molto tempo prima del termine fissato altrimenti il rischio è quello di lasciare abbandonati i beni oggetto delle concessioni, con il rischio di un loro depauperamento”.

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