Turismo nautico, mancano gli stranieri. Isnart: “Serve salto di qualità”

Scoperta e visita del territorio, offerta di buoni servizi, comodità degli spostamenti, convenienza dei prezzi. Il turismo nautico contemporaneo, secondo un’indagine Isnart, chiede un rinnovamento e un salto di qualità che diano all’Italia più vigore e nuove chance sul fronte internazionale. E TTG Travel Experience alza ulteriormente l’attenzione su un patrimonio cruciale per le coste della Penisola e delle Isole, dando nuovamente voce a operatori e istituzioni nel quadro delle iniziative del Ministero del Turismo per la promozione e lo sviluppo del settore, che già lo scorso anno aveva trovato, nella manifestazione IEG a Rimini Expo Centre, la piattaforma giusta per dare slancio alle proprie ambizioni.

E se tra i dati Isnart si legge anche che i turisti nautici italiani rappresentano il 95% del totale, forse servono manovre correttive. “L’Italia ha bisogno di porti turistici, di approdi - conferma il Ministro del turismo, Daniela Santanchè, nell’incontro organizzato alla Global Village Arena mercoledì 7 ottobre -, di poter ospitare tutte le imbarcazioni che arrivano sulle nostre coste. Abbiamo, però, bisogno anche di fare qualità, investendo in infrastrutture e servizi, che non sono sempre all’altezza, e, per questo, spesso le imbarcazioni non si fermano in Italia. Occorre, quindi, recuperare qualità. E per lavorare bene ci deve essere una partnership tra pubblico e privato, perché soltanto così potremo arrivare a conseguire dei risultati”.

Ma il monito di Santanchè va oltre: “Bisogna tenere ben presente che ogni imbarcazione che arriva in un porto vuol dire economia, vuol dire indotto”. La presenza della titolare del Mitur diventa anche occasione per chiedere aggiornamenti sul piano legislativo: “Occorre - dice il presidente di Astuna-Associazione Turismo Nautico, Andrea Babbi - un’integrazione, un coordinamento tra il codice della navigazione e il codice del turismo. Ci sono state 1500 sanzioni a nostri clienti durante la stagione 2025, e il 75% erano stranieri. Noi vogliamo essere operatori turistici che rispettano il codice del turismo, ma non per questo essere sanzionati, forse per errate interpretazioni”.

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