Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’IA dev’essere catalizzatore dell’esperienza del viaggiatore, “un facilitatore abilitante e silenzioso, non dev’essere sostituibile all’interazione umana”. Gloria Milani, senior director TMCs & consortia sales - Europe & North Africa di Accor, sintetizza così, nel talk di TTG moderato dalla managing editor Laila Bonazzi, la giusta distanza che i player dell’hospitality devono mettere tra se stessi e la tecnologia. Questo non vuol dire che non rappresenti uno strumento formidabile, purché si sia in grado di sfruttarla nel migliore dei modi, a partire dalla funzione predittiva per i prezzi e dalla lettura dei dati.
“Il dato è potere, questo è evidente - specifica Milani -. Detto ciò dobbiamo proteggerlo il più possibile. Nulla viene sviluppato in Accor se non già avallato dal reparto interno di cyber security. L’input umano è essenziale, la data protection e la cyber security mi danno la possibilità di avere un dato pulito e protetto”.
Dati che possono essere sfruttati anche in chiave anti-overtourism, come sottolinea Damiano De Crescenzo, direttore generale Planetaria Hotels: “Ci hanno insegnato - dice - che se vuoi il successo dell’albergo devi fare il successo della destinazione. Come dice il ministro, però, il 75% dei turisti visitatori visita il 4% delle nostre destinazioni, questo deve fare riflettere ed è in questo ambito che credo che l’IA possa fare moltissimo.
“Noi - continua Antonio_Zacchera, ceo Zacchera Hotels - grazie a un software nel food abbiamo tutto il processo produttivo digitalizzato, acquistiamo i prodotti in funzione della nazionalità dei clienti, della loro età e della stagionalità. Abbiamo ridotto gli sprechi del 30%, tasso che corrisponde a un milione e mezzo l’anno”.
“La strategia del nostro gruppo oggi - continua Alberto Mami, chief marketing officer Lindbergh Hotels - è di non sviluppare sistemi proprietari, ma acquistare e utilizzare prodotti già presenti di applicativi di IA. Se tuttavia dovessi dare un voto da 1 a 10 sull’implementazione dell’IA in azienda darei una sufficienza scarsa, non siamo stati ancora in gradi di inserire negli standard dei processi dei sistemi di intelligenza artificiale”.
E sulla lentezza degli imprenditori italiani insiste anche Giovanna Manzi, board member & senior advisor HNH Hospitality: “Il 15% degli italiani - sottolinea - cerca un viaggio o un’accomodation attraverso ChatGPT e noi stiamo rincorrendo i tempi, siamo lentissimi. Dobbiamo arrivare a capire al più presto come farsi trovare dall’IA, che seleziona le strutture. Lì è importante esserci”.