Il commento del direttore
Remo Vangelista
Acquisire congressi ed eventi non tanto (o non solo) per riempire gli alberghi, ma anche per divenire polo d’attrazione internazionale per il business, la scienza e la tecnologia e costruire il proprio futuro sull’economia della conoscenza. Questa la vision che guida il lavoro di Dubai Business Events, il convention bureau dell’emirato che nel 2016 ha vinto ben 129 candidature per congressi ed eventi in calendario da qui ai prossimi 6 anni.
I numeri del 2016 costituiscono un risultato record: mai la città aveva acquisito così tanti eventi in un solo anno (sono il 79% in più rispetto al 2015), e la ricaduta economica stimata è superiore ai 100 milioni di euro per complessivi 75mila delegati. Fra le acquisizioni più rilevanti, riporta Event Report, il congresso mondiale di cardiologia 2018, il congresso mondiale sulla sindrome di Down 2020 e il congresso asiatico di reumatologia 2017.
Merito, dicono da Dubai, del lavoro di squadra: non soltanto quello fra il convention bureau e i principali operatori dell’emirato (le agenzie, gli alberghi, il Dubai World Trade Centre, la compagnia aerea Emirates), ma anche quello con gli ambasciatori di destinazione, quei 350 imprenditori, funzionari governativi, medici e scienziati locali che hanno attivato le proprie relazioni internazionali assicurando all’emirato 25 dei maggiori eventi acquisiti.
E per Dubai il 2016 è stato anche l’anno delle “prime volte”: a febbraio ha ospitato per la prima volta il Global Women’s Forum con 2.000 partecipanti, a marzo YPO Edge, l’evento di punta della Young Presidents’ Organization, e a settembre il congresso mondiale degli ingegneri petroliferi, con 7.500 delegati che per la prima volta si sono riuniti in un paese del Medio Oriente.