Il commento del direttore
Remo Vangelista
Australia sempre in vetta ai desideri degli italiani, benché a giocare un ruolo decisivo su partenze e orientamento del viaggio sia oggi più che mai il booking delle agenzie. “Convertire il diffuso interesse in prenotazioni è diventato più difficile da dopo la pandemia - hanno riconosciuto durante la loro visita a Milano Phillipa Harrison ed Eva Seller, rispettivamente managing director e continental Europe regional manager di Tourism Australia - anche perché il sistema di distribuzione si è frammentato, spingendo i viaggiatori a ricorrere a un mix di risorse online e agenziali. Questo non ha però impedito agli italiani di raggiungere i 68 mila 200 arrivi fra aprile 2024 e 2025, pari all’88% del livello pre-Covid, ma con un rinnovato forte impulso nei primi quattro mesi di questo’anno: +11,9% e +4.5% year-to-year”.
Sebbene il Belpaese rappresenti per l’Australia il 16° mercato globale in termini di arrivi, oggi si colloca al decimo posto per spesa (al primo però per spesa vacanziera, con una media di circa 5 mila 500 euro) e, proprio per questo, viene considerato uno dei più strategici per il continente Down Under (dove gli arrivi complessivi hanno invece raggiunto gli 8,4 milioni, +6% nel periodo aprile 2024/2025).
Coppie, ma anche famiglie, appaiono sempre più orientate verso soluzioni luxury. “Tre quarti degli italiani in visita - aggiungono Harrison e Seller - pianificano trasporti a terra, luoghi di vista e ospitalità ben prima di atterrare in Australia, ma rispetto al 2019 tendono a prenotare il volo direttamente attraverso le compagnie aeree anziché in agenzia, visto che la quota è passata dal 22% a ben il 55%: l’agente di viaggi resta il referente che mette in moto l’intero processo e, maggiore è la sua qualifica come esperto delle destinazione, maggiore l’impatto sulla programmazione finale”.
Saliti a quota 737, gli “’Aussie specialist’ si confermano dunque la grande leva del traffico verso l’Australia, il cui potere attrattivo per esperienze di vacanza-lavoro resta fra l’altro fortissimo (+37% di working holiday visa nell’ultimo anno, pari a 17 mila 700 rilasci).