Il commento del direttore
Remo Vangelista
Kimchi, K-beauty & K-pop. Grazie alla strategia delle 3K, meglio nota come Korean wave, la Corea guadagna terreno a passi da gigante fra i visitatori europei, preparandosi a superare nel 2025 il record di arrivi pre-Covid: dopo l’ottimo risultato di 16,37 milioni di turisti internazionali lo scorso anno (+48,4% sul 2023, pari al 94% del picco 2019), la stagione in corso prevede flussi fra i 17,5 e i 18,5 milioni.
“Il Korean life-style sta prendendo piede anche in Italia attraverso cucina e cosmesi - spiegano Jinsu Lee e Gyeongyun Je, rispettivamente direttore e vicedirettore Korean Tourism Organization a Parigi - oltre che per una cultura popolare ormai rappresentata da musica e cinema di successo, tanto quanto da serie televisive cult su Netflix, come Squid Game: non a caso, lo scorso anno gli italiani hanno registrato uno dei tassi di crescita più consistenti, con un +33% sui dati pre-Covid e oltre 63.400 visitatori. Siamo di fronte a una storica trasformazione dell’immaginario relativo al nostro Paese e, di conseguenza, l’offerta turistica si è sganciata dall’asse di visita tradizionale Seoul-Busan-Jeju”.
Ad affascinare il viaggiatore italiano non è più semplicemente la cultura classica coreana o l’anomalia della DMZ (la zona demilitarizzata al confine con la Corea del Nord), bensì l’originale innesto della modernità nella tradizione, in funzione della quale i circuiti di scoperta tendono a ramificarsi per l’intera penisola nord-asiatica. “Eredità delle recenti Olimpiadi invernali - aggiungono Lee e Je - è indubbiamente il fascino per la montagna coreana, sia nelle sue differenti espressioni stagionali che per la sua eredità spirituale e di benessere, con possibilità di soggiornare o meditare lungo il circuito Sansa dei monasteri buddisti”. Grazie a collegamenti aerei quotidiani da Milano e Roma via Korean Airways, Asiana Airlines e T’way Air, oggi la Corea è considerata destinazione asiatica economicamente competitiva e multi-target sotto il profilo dell’ospitalità.