Il commento del direttore
Remo Vangelista
Dimmi cosa fai e ti dirò chi sei. Fammi vedere il tuo bilancio e ti dirò che tipo di approccio hai alle strategie commerciali e finanziarie di lungo termine.
Se lo sai leggere quel "simpatico" documento fatto di definizioni e cifre, ci leggi come un’azienda impronti il proprio business, se ha un atteggiamento prudente o spregiudicato, o semplicemente se ha commesso più o meno gravi errori nel passato.
Ho avuto modo di avere tra le mani il bilancio, tra l’altro pubblico, del tour operator Settemari: era uno dei pochissimi (non si contano neanche sulla punta delle dita) che descriveva un’azienda finanziariamente ed economicamente sana.
Era lontano questo t.o. dal mio mercato e quindi l’ho solo “attenzionato”.
Sono passati alcuni anni, e lentamente, con la stessa prudenza che ci leggevo in quel bilancio, l’onda lunga di Settemari è arrivata in Sicilia, e come ogni onda lunga è destinata a impregnare con calma tutta la stagione estiva, prima di ritirarsi un po’ nella stagione invernale e tornare con nuovo vigore l’anno dopo.
Calma e prudenza sono a volte sinonimo di efficacia, pacatezza vuole dire spesso chiarezza di idee e di obiettivi.
Ho avuto il piacere di pranzare con Roberto Minardi, capoarea di Settemari, e lui è pure così, pacato, occhi scuri da uomo sincero che però sa il fatto suo, grande sorriso e battuta pronta con inflessione romana.
Si parlava di vendite, di penetrazione nel mercato, di modus vivendi.
In questo mercato schizzoide, in cui anche i grandi fanno fatica a vendere il proprio prodotto, ecco vincente il modello Settemari, produco solo quello che sono sicuro di vendere, sana prudenza amministrativa e commerciale, tutta che si legge in quel famoso bilancio.
Potrei usare un altro termine, ma qui userò il più leggibile anche in fascia non protetta: “non svendo” il mio prodotto perché ne ho fatto troppo.
Il prodotto Settemari è diverso, si differenzia da altri ha caratteristiche peculiari di scelta nelle posizioni, nell’ambientazione, con un trattamento All Inclusive vero, nei Settemari Club, come non ne sono rimasti più, e, soprattutto, non è “troppo”.
Certo, ci sento un po’ di nostalgia-Ventaglio nella nostra conversazione, viene citato più e più volte, ma parti di quel modello di business e di prodotto, che era anche un lovemark, possono ancora essere emulate e, se opportunamente riviste, riproposte al mercato.
D’altro canto, nella sua storia professionale un po’ di Ventaglio e di Alpitour, Minardi ce l’ha.
Ho promesso di essere riservato e non racconterò dei suoi trascorsi di tifoso di calcio.
Non posso però nascondere una certa comunanza di idee su alcuni punti con Roberto e con l’azienda che rappresenta, prudenza che non vuol dire affatto non assumersi rischio imprenditoriale, differenziazione, attenzione e, soprattutto, focus sul cliente, e poi la tecnica di vendita che “va accompagnata” rimuovendone tutti gli ostacoli e poi va in porto da sola.
L’immagine mentale che mi sono creato, dell’onda, lunga, sulla quale galleggia la leggiadra barchetta della vendita che arriva in porto, calma e sicura, mi ha dato un senso si serenità e nello stesso tempo di forza, l’onda è forte e lunga perché ne ha la sostanza e l’energia.
Continuate così.