Vacanze da vendereL'ecommerce non vince

Le agenzie di viaggi possono tirare un sospiro di sollievo. Il turismo online ha ancora molta strada da fare sul mercato italiano. Lo confermano i dati del Rapporto Netcomm presentato ieri a Milano.

Se oltre i confini nazionali l’ecommerce dei viaggi continua a macinare strada, con margini di crescita del 10 per cento per un business complessivo di 2,4 miliardi di dollari, resta ampio il divario tra l’Italia e le principali economie del mondo.

Italia fanalino di coda
Gli Stati Uniti sono i primi della classe, con un giro di affari proveniente dalle vendite di viaggi online pari a 205 miliardi di dollari. Seguono sul podio la Cina, con 93 miliardi di dollari, e il Regno Unito, con 42,2 miliardi. L’Italia è fanalino di coda, persino fuori dalla top ten: in tredicesima posizione con 8,5 miliardi di dollari.

L'occasione mancata
Ma tralasciando i discorsi legati alla concorrenza tra attori digitali e tradizionali, il gap che l’Italia ha con gli altri Paesi, messo in evidenza da questi numeri, è una mancata opportunità di crescita dell’incoming, in particolare proveniente dai Paesi asiatici. Investire su piattaforme di ecommerce con sistemi di pagamento flessibili e personalizzati potrebbe essere la chiave per attrarre i turisti cinesi, tra i principali shopper online. Un tema sottolineato ieri anche dal direttore generale dell’Enit, Gianni Bastianelli: “Per il grande mercato cinese ci vogliono strategie integrate – ha ribadito -. La via digitale è importante così come le intese con gli operatori e lo sviluppo di pacchetti mirati. Abbiamo tanta strada da fare”.

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