Turismo outdoor: gli scenari possibili nei dati dell’Osservatorio

Due scenari differenti, uno di crescita e uno di sostanziale stagnazione, a seconda di come evolverà la situazione internazionale.

L’Osservatorio sul turismo outdoor, realizzato da Human Company in collaborazione con THRENDS, non prende una posizione definitiva sull’andamento dei viaggi nel 2022, perché, spiega Domenico Montano, direttore generale Human Company “questa nuova edizione nasce in un momento storico caratterizzato da grande incertezza e instabilità”.

Gli scenari
Ad influenzare l’andamento, secondo l’Osservatorio, la questione del conflitto in Ucraina e la coda lunga della pandemia, con l’innalzamento dei prezzi dei carburanti e delle materie prime.  

L’ipotesi migliore, che prevede la risoluzione del conflitto entro il 15 maggio con un incremento significativo del flusso di presenze da Germania, Austria e Svizzera e dai paesi Centro-Nord europei, vede 48 milioni di presenze con una previsione di crescita rispetto all’anno scorso (+8%) e vicina ai risultati pre-Covid del 2019 (-14%), con una spesa complessiva generata pari a 2,55 miliardi di euro a fronte di una spesa media di 53 euro al giorno per ospite. In questo scenario il mercato italiano si attesta sui 26 milioni di presenze nei camping e village, con una flessione solo del 5,2% rispetto ai risultati pre pandemia del 2019.

Nello scenario peggiore, ossia il perpetrarsi della guerra con conseguente aumento di instabilità, insicurezza e stato di allerta generalizzati, la stima di presenze si attesta a 45,4 milioni, segnando un sostanziale stallo rispetto ai livelli della scorsa estate (+2%) e con una flessione più marcata rispetto al 2019 (-18%) per un impatto economico pari a 2,41 miliardi di euro. In questo caso è il mercato estero a frenare le presenze, mentre quello italiano si mantiene sostanzialmente stabile con 25 milioni (+8% rispetto al 2021 e stessa percentuale ma in flessione sul 2019).

Anche i modelli di acquisto della vacanza sono cambiati: continua la riduzione della booking window con un aumento delle prenotazioni last minute, cresce ancora la richiesta di tariffe flessibili che possano salvare dei rischi dell’ultimo minuto, mentre le ripercussioni del conflitto ma anche del periodo pandemico sull’aumento del prezzo delle materie prime e il caro carburante influenzano la disponibilità economica per le vacanze e la durata.

Turisti internazionali
Per quanto riguarda i mercati esteri, le presenze dei top 5 internazionali, ossia Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Francia sono previste in crescita nella prossima estate con una media di oltre il 9% di presenze in più (pari a circa 19,5 milioni di presenze) e volumi che tendono a tornare molto vicini al 2019.

Il caso peggiore, invece, presenta una situazione ferma alla scorsa stagione, che sostanzialmente conferma i volumi 2021 con circa 18 milioni di presenze (range tra +1,7% e -2% rispetto al 2021).

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