I gol di Peroglio Longhintra agenzie e calciatori

“Mi piacerebbe andare una sera a cena con il patron di Msc Aponte per proporgli un progetto con Eataly ed eatinerari”.

Alberto Peroglio Longhin progetta e fissa incontri a ciclo continuo tra l’ufficio torinese in riva al Po ed Eataly, il mondo dell’enogastronomia, piazzato dentro il perimetro del Lingotto. I cofanetti viaggiano meglio del resto del turismo, ma per Alberto Peroglio Longhin, che ha guidato commerciale e vendite di Alpitour, l’agenzia di viaggi resta sempre in cima ai pensieri.

La sua creatura Liberi Tutti sta soffrendo come il resto del mercato e, dopo la progressione del 2011, i ricavi sembrano tirare il fiato. Lo scorso anno il network ha raggiunto i 21 milioni di fatturato e per quest’anno il budget segna 24 milioni ma, con il vento contro, non si va molto forte e pare chiaro che anche una crescita più contenuta potrebbe bastare.

Peroglio arriva in redazione a TTG sorridendo perché il calcio, a differenza delle vendite in agenzia, regala grandi soddisfazioni. “Il mio Toro torna finalmente in serie A e il Parma ha chiuso un grande campionato. Meglio di così”. Parla di calcio perché, dopo l’esperienza in Alpitour, il manager ha frequentato il mondo del pallone ad alti livelli. Portato a Parma dal commissario Parmalat Enrico Bondi, per salvare Parmatour, una sera si è trovato alla guida anche del Parma calcio.

Una vicinanza calcio e turismo che nel corso dell’intervista verrà fuori quasi a sorpresa, tra manager sognanti e conti che fanno acqua da tutte le parti. Tutto questo, mentre si accavallano le voci su quello che gira intorno a Liberi Tutti, sul suo socio e amico Oscar Farinetti, gran visir di Eataly.

Peroglio, partiamo subito da Liberi Tutti. È vero che pensa di cedere le adv?
Diciamo che dobbiamo sviluppare sia il network sia l’attività incoming con Eataly. Stiamo facendo alcune considerazioni.

Poche possibilità per le agenzie di viaggi?
No, guardi che ci teniamo moltissimo e lo dimostriamo ogni giorno. Però valutiamo con calma.

Gli incontri sono già partiti?
Ci sono state chiaccherate come succede in tutti i settori. Posso però dirle che non siamo più interessati ad acquisire altre agenzie in proprietà.

Così mette in campo i personal travel agent?
Sì, l’idea mi piace molto perché rappresenta un modo nuovo di vendere viaggi. Ho appena fatto alcuni contratti e penso sia una figura da seguire con grande attenzione.

Banconisti addio?
Non dico questo, ma è necessario fare innovazione. I clienti vanno cercati e seguiti.

Intanto il network Liberi Tutti affronta una stagione tutta in salita...
Abbiamo una contrazione dell’8 per cento rispetto allo scorso anno e speriamo di riprendere quota prima di Natale. Ci sono periodi in cui si fatica, ma tanto.

I cofanetti per il turismo enogastronomico rispondono bene. Il marchio Eataly fa la differenza?
Siamo attivi su un  mercato che oggi vale circa 120 milioni di euro su tutto il territorio italiano. Noi, con un marchio così, siamo molto credibili e i risultati arrivano.

Farinetti in una parola?
Vulcanico e, mi lasci dire, anche con idee vincenti.

Torniamo a Parmatour e  alle telefonate lampo di Bondi...
Grande esperienza, ho imparato tantissimo in quegli anni. Facevo il commissario con deleghe vere come amministratore delegato. Sono arrivato e ho trovato un’azienda con una settimana di vita e mi sono immerso subito nell’operativo.

Non è andata così male...
Direi di no, visto che in sei mesi abbiamo riportato in pareggio il brand Club Vacanze e Parmatour è tornata in terreno positivo dopo due anni.

Temuto di non farcela?
Quando abbiamo visto salire l’occupazione nei villaggi e la cassa prendere fiato è stato chiaro che eravamo sulla strada giusta. Ma i primi tempi si viaggiava sul filo del rasoio, con il fallimento sempre sulla porta.

Poi una sera la chiama Bondi e...
Mi chiese di occuparmi del Parma Calcio come amministratore delegato.

Un altro mondo o qualche piccola affinità con le aziende turistiche?
Diciamo che i due mondi in troppi casi hanno in comune ambizioni non coerenti con risultati economici.

E l’esperienza calcistica?
Avevo un budget di spesa pari al contratto di Del Piero alla Juve. Siamo arrivati settimi in campionato con un bravo allenatore e una brava persona come Mario Beretta. Sapeva guidare bene il gruppo.

Poi, lasciata Parma?
Ho già capito dove vuole arrivare, ma la trattativa non andò in porto, quindi...

Però Bruno Colombo la chiamava con frequenza o no?
La sfida Ventaglio mi sarebbe piaciuta. Mai negato.

Com’è andata?
Non c’è stata la possibilità di fare quell’esperienza.

Doveva guidare come amministratore delegato?
Non è questione di ruoli. In quella fase la situazione del Ventaglio non era ancora compromessa e si poteva tentare di riprendere il filo.

Non abbiamo ancora parlato di Alpitour...
Un’azienda che mi è rimasta nel cuore.

Basta così?
Dunque, (lungo sospiro, ndr) un certo tipo di Alpitour manca al mercato. Ha avuto un periodo interinale, ora siamo in attesa tutti di vedere cosa succederà mei prossimi mesi. Sappiamo bene che c’è bisogno del leader.

E gli altri tour operator non se la passano bene.
Diciamo che viviamo un mercato dove nessuno rischia più niente.

Ma il rapporto agenzia e operatore regge ancora?
È un format vecchio che andava bene quando tutto il comparto cresceva. Ora bisogna ripensare il modello di business.

Come?
Penso a una rete distributiva professionalmente elevata e capace di guidare il cliente con grande conoscenza del prodotto.

Chi ci mettiamo a capo di questo network?
Ezio Birondi, perché dispone di una sensibilità di prodotto straordinaria.

Cosa serve ai t.o. per rialzare la testa?
Coraggio ed entusiasmo e qualche personaggio di un tempo.

A chi pensa?
Non vorrei sempre battere sul solito tasto, ma Bruno Colombo e Franco Rosso avevano una carica unica che oggi non vedo in giro.

Sì, va bene, però...
Magari qualcuno non ha chiuso in bellezza, ma il prodotto non mancava e non era così omologato.

twitter @removangelista


L'INTERVISTA SARA' DISPONIBILE DA DOMANI SUL NUMERO DI TTG ITALIA IN DISTRIBUZIONE E ONLINE NELL'AREA DEDICATA DEL PORTALE

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