Il turismo torna allo Stato: la modifica del Titolo V

Con un colpo a sorpresa il Governo ha approvato un decreto legge costituzionale che prevede la modifica del titolo V della Costituzione. E il mondo del turismo subito applaude.

In sostanza, secondo il Ddl, il turismo diventerebbe materia di legislazione concorrente, ossia non sarebbe più competenza unica delle Regioni, ma vedrebbe legiferare anche lo Stato. In pratica, lo Stato stabilirebbe i principi fondamentali, mentre alla Regioni sarebbe concessa la possibilità di legiferare all'interno dei paletti fissati dal Governo centrale.

All'interno dell'ambito turismo, nella modifica del Titolo V, rientrano anche piatti sufficientemente ricchi da scatenare le prime reazioni, ossia i porti lacuali e fluviali, ma soprattutto i porti marittimi e gli aeroporti civili.

Alla notizia dell'approvazione del decreto, i rappresentati del turismo hanno subito espresso pareri positivi. “Con la riforma del Titolo V della Costituzione, finalmente il turismo torna materia concorrente, consentendo nuovamente allo Stato di emanare linee guida vincolanti per riprendere in mano la governance di un settore strategico che, in questi ultimi undici anni, è stato penalizzato da politiche frammentate, con conseguente dispersione di risorse, da un'assenza di coordinamento a livello centrale, nonché da una forte conflittualità tra Stato e Regioni" ha dichiarato Nardo Filippetti, presidente di Astoi Confindustria Viaggi.

Che aggiunge: "Ci auguriamo che questo provvedimento possa costituire il giusto ponte anche per attuare finalmente una promozione univoca del brand Italia, cosa oggi più che mai necessaria ed improcrastinabile".

Sulla stessa linea di Filippetti anche Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi: “La modifica del Titolo V ristabilisce le condizioni per sviluppare politiche di sistema" dice, e Renzo Iorio, presidente di Federturismo: “Dopo undici anni, l’approvazione di questo disegno di legge costituzionale è un passo di grande importanza per il recupero di competitività ed attrattività della destinazione Italia. È una decisione che auspicavamo da anni e che ci auguriamo possa consentire una più razionale ed efficace azione pubblica e utilizzo delle risorse".

Iorio sottolinea inoltre anche la questione legata ai porti ed aeroporti: “L’attribuzione allo Stato della legislazione concorrente anche in materia di porti e aeroporti, reti di trasporto e navigazione pone le basi per una coerente politica nazionale di sostegno alla competitività dell’Italia e delle sue destinazioni turistiche".

Di parere diametralmente opposto sono invece le Regioni.

Un comunicato congiunto della Conferenza delle Regioni parla di un errore del Governo nel prevedere un intervento unilaterale in materia. “Riaffermiamo – si legge nel comunicato -, come ha sempre sostenuto, che il problema fondamentale risiede nel non aver dato compiutezza ed equilibrio al disegno di autonomia e federalismo proclamato in più occasioni, nel cui quadro andava affrontata anche la revisione del Titolo V della Costituzione. Un approccio che ha prodotto squilibri anche in relazione all’attuazione delle politiche di cui è opportuno si faccia carico l’intera filiera delle istituzioni. Per  questi motivi riteniamo un errore l’intervento unilaterale del Governo".

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