Decreto Cura Italia, guide turistiche: “Si faccia chiarezza sulle partite Iva”

“Si rischia una guerra tra poveri”. Dure le parole con cui Gti – Guide Turistiche Italiane commenta le misure del Decreto Cura Italia. “Per il turismo, sempre invocato come motore economico del Paese c'è ben poco – scrive in una nota il direttivo di Gti presieduto da Simone Fiderigo Franci -. Oltre al fatto che alla voce 600 euro per le Partite Iva, dove ci collochiamo anche noi operatori del settore oggi a casa senza ammortizzatori, completamente fermi per la crisi, c'è poca chiarezza. Vista la necessità di fare le domande con rapidità, pena l'esclusione, ci sarà l'assalto alla diligenza. E allora si scatenerà una guerra tra poveri”.

Secondo Gti, in termini di Partite Iva, “avrebbero dovuto essere fatte precise distinzioni. Non possono essere equiparati tutti i lavoratori semplicemente sulla base del possesso della Partita Iva e nemmeno sulla base di un eventuale confronto col reddito dell'anno precedente. È chiaro che le guide turistiche sono totalmente ferme, così come gli accompagnatori. Siamo tutti senza reddito. Va bene dare finalmente un riscontro ai lavoratori autonomi, ci mancherebbe, ma mettendo le risorse a futuro valore”.

Le richieste
Riguardo alle misure fiscali, Gti sottolinea che “ci toccano il giusto perché la maggioranza, ad esempio, esercita in regime forfettario, quindi sono già esclusi dal pagamento Iva”.

Gti chiede le misure “che aveva promesso e successivamente pubblicamente annunciato il Ministro Franceschini nell'incontro con le categorie, lo scorso 28 febbraio, al Mibact” e auspica “un decreto specifico per il settore del turismo, con impegni altrettanto specifici”.

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