Puglia, prenotazionial rallentatore per caro carburante e scarsa strategia

Il sold out che gli operatori pugliesi si aspettavano alla fine non è arrivato. I numeri di luglio e agosto non sono soddisfacenti, con un Salento che addirittura decresce e prospettive poco incoraggianti per settembre.

Ma cosa ha portato una delle regioni negli ultimi anni sempre sulla cresta dell’onda a fare i conti con un’estate tiepida? Ad incidere, secondo il presidente di Federalberghi Puglia, Francesco Caizzi, soprattutto la mancanza di strategia: “Siamo un treno che procede senza locomotiva e senza una direzione prestabilita. Non è andata male - spiega Caizzi al Corriere del Mezzogiorno -, ma per alcuni settori poteva andare meglio se qualcuno avesse pensato a come combattere l’abusivismo dilagante o avesse esaminato i fenomeni che hanno frenato i flussi turistici verso la Puglia”.

Il caro carburante frena le partenze
A incidere, anche l'innalzamento del prezzo del carburante: “La Puglia e il Mezzogiorno, più in generale - sostiene il presidente di Sib, Antonio Capacchione -, sono stati penalizzati dalla mancanza di iniziative contro il caro carburanti che ha indotto molti turisti, soprattutto stranieri, a fermarsi in Veneto, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia o sulla riviera Romagnola”.

Ma a preoccupare ora il settore è soprattutto il caro bollette: “In mancanza di provvedimenti adeguati - prospetta il presidente di Assohotel Lecce, Giancarlo De Venuto - nei prossimi mesi vedremo scomparire un bel pezzo del nostro sistema alberghiero e della ristorazione”.
Amina D'Addario

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