Brexit e turismo: i controlli alle frontiere ora sono più vicini

Era il terzo discorso ufficiale da dopo il referendum quello fatto dal premier britannico Theresa May a proposito della Brexit. E a un anno di distanza dall’avvio vero e proprio della separazione dall’Unione europea è arrivata l’ufficializzazione, o perlomeno la presa di posizione chiara, su quelle che tutta l’industria del turismo teme: la chiusura delle frontiere.

Poche parole in proposito quelle pronunciate dalla May nel corso dell’intervento che ha ribadito i capisaldi fin qui annunciati in merito alla Brexit. Primo: “La libertà di movimento delle persone è destinata a finire”; un principio stabilito per questioni legate alla sicurezza del Paese. Secondo e conseguenza di quanto appena affermato: sarà necessario “il recupero delle frontiere”. Parole chiare, che sanciscono in anticipo la fine della libera circolazione.

Le conseguenze
Come si tradurrà tutto questo in termini pratici a partire dal 2019 è ancora tutto da stabilire e i prossimi mesi saranno cruciali per capire quale sarà il reale impatto sul mondo dei viaggi nel Regno Unito, sia esso incoming o outgoing. E si attendono ora le reazioni degli attori dell’industria turistica.

E se da una parte si prospetta una chiusura, dall’altra il mondo del trasporto aereo può tirare un sospiro di sollievo, anche se in questo caso non si tratta di una decisione definitiva ma di una prospettiva. Per l’aviazione, ha infatti detto il premier, si potrebbe trovare una soluzione condivisa restando nelle agenzie europee. Una sorta di risposta concreta alle richieste più volte fatte dai big come Ryanair o easyJet, che chiedono però anche di fare in fretta per potere procedere con i piani di volo per il prossimo anno. Quello che resta di certo, e anche in questo caso sono parole della May, è che dall’anno prossimo “la vita di tutti cambierà”.

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