Brexit, ecco cosa cambia per chi viaggia e lavora nel Regno Unito

La situazione politica della Gran Bretagna si fa sempre più ingarbugliata: nelle ultime ore, infatti, il premier Boris Johnson ha perso la maggioranza al Parlamento, che nel frattempo ha detto sì a una legge per fermare la Brexit senza accordo e scongiurare un ‘no deal’ che sarebbe devastante per l’economia del Paese.

Per viaggiatori e turisti, tuttavia, poco cambierà se la Brexit sarà portata a termine con o senza accordo. Fino al gennaio 2021 - termine fissato per concludere l’iter di uscita del Paese dall’Ue - chi si recherà nel Paese non necessiterà di permessi speciali, a patto che il periodo di permanenza sia inferiore ai tre mesi.

Il permesso temporaneo
Come spiega corriere.it per i soggiorni superiori ai tre mesi sarà invece necessario richiedere un ‘European Temporary Leave to Remain’, un permesso temporaneo la cui durata massima è di 36 mesi e non è estendibile. Per quanto riguarda gli studenti, chi partecipa al programma Erasmus potrà continuare il suo soggiorno anche dopo il ‘Brexit Day’. Su quello che succederà dopo, invece, non c’è chiarezza.

I cittadini che lavorano e vivono nel Regno Unito dovranno invece fare domanda per l’'European Settlement Scheme' entro il 30 giugno 2021 o il 31 dicembre 2020 in caso di ‘no deal’. Se vivono da almeno cinque anni in Gran Bretagna (e possono provarlo) avranno il diritto di fare domanda per il Settled Status, che concede la possibilità di rimanere nel Regno Unito senza limiti di tempo.

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