The Red Sea Project con l’Italia per il primo scavo archeologico sottomarino saudita

I lavori per il completamento del Red Sea Project, il megaprogetto luxury dell’Arabia Saudita, procedono spediti, tanto che si prevede di accogliere i primi ospiti entro la fine del 2022.

La prima fase dell’opera comprende in totale 16 hotel e sarà ultimata nel 2023, mentre il completamento finale è previsto per il 2030. Una volta terminato, il Red Sea Project includerà 50 resort con oltre 8mila camere e più di mille proprietà residenziali distribuite su 22 isole e sei siti sulla terraferma. La nuova destinazione avrà anche un aeroporto internazionale, porti turistici di lusso, campi da golf e strutture per l’intrattenimento e il tempo libero.

Gli accordi per l'archeologia e la cultura
Intanto The Red Sea Development Company (TRSDC), lo sviluppatore che sta promuovendo il progetto, ha siglato una partnership con il Ministero della Cultura che prevede collaborazioni nei campi dell’archeologia, patrimonio culturale, storia e turismo sostenibile lungo la costa saudita del Mar Rosso. Tra gli accordi si segnalano due Memorandum of Understanding (MoU) siglati con la Commissione per il Patrimonio e con la Commissione per i Musei. Le intese - firmate da H.E. Hamed Fayez, viceministro della Cultura, vicepresidente della Commissione Patrimonio e vicepresidente della Commissione Musei e da John Pagano, chief executive officer di TRSDC - incentivano la collaborazione in una serie di iniziative, tra cui la realizzazione del primo scavo archeologico subacqueo in Arabia Saudita.

La spedizione italiana
Le acque costiere del Mar Rosso celano aree di significativo interesse storico e la partnership faciliterà una spedizione guidata dall’Università di Napoli ‘L'Orientale’, che eseguirà il primo scavo archeologico sottomarino nel Regno. "Si tratta del relitto in legno più integro e meglio conservato individuato finora nel Mar Rosso – spiega la dottoressa Chiara Zazzaro, direttrice della spedizione ‘Red Sea Shipwreck Excavation’ e Professore Associato di Archeologia Marittima presso la stessa Università -. Con il suo spettacolare carico di giare, porcellane e spezie, questo mercantile del XVIII secolo testimonia le intense attività commerciali che animavano il Mar Rosso prima dell’apertura del Canale di Suez e le loro articolate connessioni con i commerci nell’Oceano Indiano. La struttura lignea giunta fino a noi rappresenta un’evidenza unica nel suo genere di una cantieristica navale su larga scala e dai costi notevoli, di cui finora non si conosceva l’esistenza nella regione”.

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