Il ruolo del commercialista

Questa non vuole essere un tema provocatorio nè tantomeno retorico: tutti sappiamo quali sono le competenze del commercialista, ed ognuno nella propria attività economica ne fa uso per precisi compiti.

In realtà sarà sicuramente capitato ad ognuno di noi di trovarsi nella situazione di pensare "quando il commercialista mi chiama è solo perchè sono in scadenza le tasse da pagare" o, ancora peggio, "il commercialista non lo sento mai, se non quando c'è qualche problema".

Siamo tutti consapevoli del fatto che l'Italia è un paese complesso, non solo fiscalmente, ma anche dal punto di vista della gestione del lavoro, delle problematiche legali, delle autorizzazioni a costruire e ristrutturare, ecc.

Insomma, in ogni campo ci sono sempre molteplici norme da valutare e considerare, e il mondo delle agenzie viaggi, se possibile, è ancor più complesso con le note prerogative del "regime speciale IVA 74ter" e delle varie norme regionali che regolano l'autorizzazione a svolgere l'attività.

Diciamo quindi che il "matrimonio" tra imprenditore e commercialista non nasce di certo all'insegna dell'affinità elettiva, bensì della forzata necessità di trovare una soluzione ai numerosi problemi e adempimenti amministrativi e fiscali che soffocano ogni attività economica.

Ed è qui che nasce il vero problema: da questo legame forzoso c'è chi riesce a cogliere delle buone opportunità, e chi si fa trascinare malvolentieri. Questi ultimi sono coloro che più di altri si chiederanno: "ma a cosa serve il commercialista".

È importante comprendere sin da subito cosa cerchiamo e di cosa abbiamo bisogno:

• cerchiamo un tecnico che svolga i numerosi e pressochè incomprensibili adempimenti contabili e fiscali che per motivi organizzativi e di costo non riusciamo a svolgere autonomamente? In parole povere: abbiamo bisogno di qualcuno che ci inserisca ogni mese i documenti contabili nel modo che l'amministrazione finanziaria ritenga giusto e corretto così che non ci vengano applicate sanzioni, che compili correttamente e spedisca all'agenzia delle entrate ogni mese (se non più frequentemente) i vari modelli dichiarativi e di pagamento?

• Oppure cerchiamo un consulente che, oltre ad aiutarci a rispettare i molteplici adempimenti, svolga una attività consapevole e realmente utile di aiuto alla nostra attività imprenditoriale? Che ci aiuti a comprenderne le dinamiche e a migliorare i margini?

Da questo dilemma nascono i principali fraintendimenti.

Finchè si cercherà solo la prima alternativa (magari per motivi economici, perchè di solito sono proprio questi i consulenti che fanno i preventivi più bassi...) sarà inevitabile chiedersi "a cosa serve il commercialista" e vivere una costante insoddisfazione.

Perchè quando avremo un dubbio sull'aliquota IVA da applicare alla nostra commissione, o quando non sapremo se applicare un 74ter piuttosto che un regime ordinario o, molto peggio, quando a fine anno ci si presenterà un bilancio in perdita quando per tutto l'anno abbiamo pensato di essere in utile (ma non abbiamo correttamente calcolato l'impatto fiscale sui nostri margini), allora davvero penseremo "il commercialista mi chiama solo per darmi brutte notizie".

Un suggerimento? Cominciamo a guardare al fisco non solo come ad un incombente inevitabile e da tenere il più lontano possibile, bensì come ad elemento chiave della nostra attività imprenditoriale, da tenere costantemente sotto controllo, grazie anche all'aiuto di un consulente che ci aiuti nel comprenderne le dinamiche e non solo nel sfuggirne le avversità, magari cominciando proprio dall'analisi dei propri margini, argomento molto importante che approfondiremo a breve.

Giulio Benedetti – Studio Benedetti Dottori Commercialisti – www.studiobenedetti.eu

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