Veratour,un’anima alberghiera La confessione di Stefano Pompili

Parla veloce, con quell’accento romano che non riesce a nascondere, e le cose le dice in fretta e senza peli sulla lingua. Stefano Pompili, direttore generale di Veratour, sta portando avanti il tour operator di famiglia; ancora sotto l’ala del padre e presidente Carlo, ma di fatto ne è diventato il frontman.

A lezione di albergatoria
Così è stato anche nei giorni scorsi sul palco del Biz Travel Forum, e parlando dell’azienda si percepisce che ci mette un po’ di sé: “Più che un tour operator siamo una piccola catena alberghiera che tenta di esportare il Made in Italy in giro per il mondo”. Una frase che si può permettere di dire proprio perché si tratta di una realtà sua, di cui conosce non solo le strutture come casa propria, ma anche le persone che portano il marchio Veratour all’estero.

Operatore 100% agenzie
Ma al di là dell’impegno sul prodotto, Pompili sa bene che senza una buona rete vendite nessuno può generare valore. “Il nostro futuro sono le agenzie di viaggi: noi siamo 100% intermediati – ci tiene a sottolineare -, ma dobbiamo costantemente lavorare per loro, fornire strumenti che creino valore”.

Che nel dettaglio significa “politiche tariffarie all’insegna della Vera Trasparenza”, ma anche “saper andare oltre il solo prodotto charter offrendo, soprattutto sul lungo raggio, un prodotto più flessibile che sia svincolato dai 7/14 giorni”. Oppure creando fedeltà: “Se sappiamo soddisfare il cliente finale, lo possiamo vincolare all’agenzia di viaggi in cui ha acquistato la vacanza: è così che abbiamo creato le Verastore Card”. Un’operazione che di fatto implica che “se riprenoti nella stessa agenzia, Veratour ti dà upgrade di servizio. Un segnale forte per l’adv e per il cliente finale”.

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