Astoi al Governo: “Si faccia carico delle spese di rimpatrio”

"I tour operator italiani, già gravati dagli ingenti danni economici generati dell’emergenza coronavirus, non possono farsi carico anche dei costi di rimpatrio dei clienti". Questo l’incipit della nota con la quale Astoi chiede di considerare le spese di rimpatrio nelle misure straordinarie assunte dal Governo.

Governo che, accusa l’associazione, quando le destinazioni turistiche hanno iniziato ad adottare misure restrittive respingendo i visitatori italiani, non ha pensato di attivare “una rete diplomatica di coordinamento e di gestione delle conseguenze causate a turisti e a operatori italiani”.

Costi molto elevati
In questi giorni i tour operator Astoi stanno inviando nelle destinazioni chiuse aeromobili vuoti per riportare in Italia i nostri connazionali; operazioni dal costo molto elevato, che secondo l’associazione andrebbe considerato nelle misure economiche straordinarie e urgenti che il Governo sta adottando in questi giorni.

E a titolo esemplificativo l’Astoi ricorda i danni provocati dalla crisi egiziana del 2013, che per i t.o. generò perdite pari a circa 20 milioni di euro, fra costi legati al rimpatrio e gestione dell’emergenza. “Ora - conclude la nota - i tour operator si trovano a sopportare anche costi emergenziali che non dovrebbero ricadere sulle spalle di aziende private”. Da qui l'appello all’Esecutivo, affinché raccolga tempestivamente i segnali di allarme di Astoi adottando misure straordinarie e puntuali anche per bloccare quello che l’associazione definisce “il ‘virus’  della comunicazione confusa e allarmistica, in modo che il nostro Paese possa essere riabilitato agli occhi del mondo intero”.

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