Caffè con il direttore Massimo Diana: “Il mercato è dopato dalle low cost”

Massimo Diana vive letteralmente "dentro" l’estate.
E' il suo momento, con tutti i villaggi di Ota che girano a pieno regime, malgrado i costi energetici e le ormai note carenze di personale. Una tendenza, quest’ultima, fatta notare a più riprese anche dal suo amministratore delegato Domenico Aprea.

Diana in questo incontro con TTG Italia analizza la situazione del comparto, il ruolo dei villaggi e la fine dell’estate.
Quella che lui definisce "accorciata" dalle elezioni politiche del 25 settembre, "perchè comunque hanno eliminato ancora un weekend di vendite. Con questo clima si poteva piazzare ancora qualche bella giornata e incassi degni di nota e invece andiamo a votare”.

Direttore, lasciamo da parte per un attimo il riempimento dei villaggi e la stagione. I numeri del 2019 sono stati superati?
Parliamo di una stagione infinita perché siamo partiti affrontando alcune problematiche e la finiamo con problemi diversi. La verità va però detta: superiamo i ricavi del 2019 ma i costi sono schizzati quindi la marginalità è svanita o quasi.

I vostri villaggi hanno senza dubbio risentito (come tutti) dell'aumento del prezzo dell'energia. Come vi siete organizzati?
Diciamo che su questo tema non c'è molto da fare se la bolletta di luglio passa da 102mila a 389 mila euro... Ma stiamo andando incontro a un '23 da capogiro.

Sta pensando agli affitti delle strutture?
Gli albergatori proprietari stanno chiedendo incrementi a doppia cifra e non possiamo andare sul mercato a chiedere al consumatore l'aumento delle tariffe del 20%. Bisogna rivedere le regole d'ingaggio. Forse bisogna anche riflettere bene prima di aumentare i prezzi in questo modo. Altrimenti...

Si rischia di fare saltare il banco?
Le aziende stanno in piedi se fanno margine, non basta riempire villaggi e alberghi se poi non fai alcun margine.

E sul fronte dei collegamenti aerei la situazione per il 2023 non si presenta rosea.
Il mercato italiano è dopato. Siamo troppo legati ai vettori low cost, che se cancellano un volo aprono una falla bella grossa. I rimborsi arrivano dopo un po' di tempo, ma il danno d'immagine della catena del servizio è immenso.

Sembra pessimista, proprio lei che anche in pandemia ha fatto scuola di resistenza. Cosa è cambiato?
Non sono pessimista ma realista. Abbiamo fatto una bella stagione con i villaggi Ota, ma per fare impresa in modo serio abbiamo bisogno che l'intera filiera rifletta con regole d'ingaggio chiare. Senza isterismi e zero confronti.

Intanto si risiede alla scrivania con davanti il calendario del 2023. E inizia a programmare gli incontri con i vari albergatori. Alla ricerca di nuove regole d'ingaggio.

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