Il grande misterodel lungo raggio: pochi voli, molte richieste

Meno connessioni aeree, destinazioni del Far East ancora poco accessibili e un caro bollette che rischia di mettere a dura prova la capacità di spesa dei consumatori. Eppure una cosa è certa: la spinta a prenotare viaggi, anche di lungo raggio, non è evaporata, anzi. Tutti gli operatori parlano di una domanda in ascesa, che si cerca di incanalare verso le mete più facilmente raggiungibili.

“Il mio compito - dice il presidente di Quality Group, Michele Serra - è rendere disponibile al mercato tutto quello che c’è. L’anno prossimo mancheranno di sicuro la Cina, la Birmania, il Tibet, l’Etiopia, forse anche la Mongolia senza Aeroflot o Air China. Ma il mondo, anche se più piccolo, è più sereno e non è venuta meno la voglia di viaggiare”.  

L’inversione di tendenza
Conferma che la spinta emotiva a prenotare vacanze all’estero abbia ormai preso piede il direttore commerciale di Veratour, Massimo Broccoli: “I clienti stanno tornando con forza a domandare destinazioni a lungo raggio con volumi di vendite che stanno costantemente crescendo già sulle festività natalizie e sull’inverno, il che ci fa presagire che oramai la voglia di tornare a viaggiare verso mete esotiche abbia superato qualsiasi incertezza”.

Ma se per Stati Uniti, Caraibi e Oceano Indiano la ripartenza è ormai ben avviata, più in salita appare invece il recupero dell'area asiatica: “Indubbiamente - sottolinea il titolare di Glamour tour operator, Luca Buonpensiere - siamo tutti in attesa di tornare a vendere il Giappone come e più di prima. La Thailandia sta realizzando numeri interessanti nonostante, per ora, abbia perso il vettore che portava direttamente i passeggeri dall’Italia, ma è chiaro - aggiunge - che questo condiziona tutti i rapporti contrattuali e commerciali con i dmc”.  

Il tema dei voli
Che le connessioni dirette siano del resto “la base sulle quali costruire un prodotto turistico competitivo e allo stesso tempo accessibile” lo sottolinea anche il ceo di Mappamondo, Andrea Mele: “La Thailandia sta perdendo tanto, ma questo non è un motivo sufficiente per rallentare sulla destinazione. Siamo fortemente impegnati sul prodotto e siamo pronti per l’inverno e per l’estate 2023 con molta capacità di offerta per mantenere e, possibilmente, incrementare i nostri numeri”.  

Resta tuttavia il nodo delle tariffe aeree che, secondo il chief operations manager di Naar TO, Corrado Locatelli, “potrebbe essere un elemento limitante verso alcune destinazioni per il 2023. Notiamo una programmazione ancora insufficiente sul Far East, che porta ad un incremento considerevole delle tariffe. Auspichiamo che la riduzione o l’annullamento delle limitazioni derivanti dalla pandemia convincano i vettori al ritorno alla piena operatività e ad un progressivo aumento delle frequenze”.

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