Fallimento Alpi Eagles, così dieci anni fa la compagnia uscì di scena

"Qualora Alpi Eagles non presenti in maniera definitiva, entro venerdì 6 luglio, il piano di rientro richiesto, saranno sospesi il certificato e la licenza di operatore aereo, provvedimento che porterà al fermo dei voli a decorrere dalle ore 24 del 9 luglio".

Dieci anni fa, il 3 luglio del 2007, con questa comunicazione dell’Enac si apriva ufficialmente la crisi della compagnia aerea con base a Venezia, che fallì poi qualche mese dopo, all’inizio di marzo del 2008, con il contemporaneo stop ai voli. Già da giugno 2007 la crisi del vettore aveva determinato una serie di disservizi che avevano portato appunto l’Enac a intervenire.

La parabola discendente
I voli erano poi proseguiti regolarmente, ma ad agosto i problemi tornarono a galla e fino a ottobre il vettore proseguì le operazioni con la licenza temporanea (provvedimento poi sospeso da Tar). In novembre arriva però la richiesta di fallimento da parte dei creditori e inizia la parabola discendente che determinò la scomparsa di un’altra realtà del panorama italiano dell’aviazione.

Nata dall’idea di alcuni ex piloti delle Frecce Tricolori tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, Alpi Eagles approdò nelle rotte commerciali di linea il 10 giugno del 1996 con il volo Venezia-Roma, sotto la guida prima del comandante Vincenzo Soddu e poi di Paolo Sinigaglia come presidente e amministratore delegato. Con una flotta composta da 9 Jet Fokker, operò voli sia in Italia sia verso alcune destinazioni europee.

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