Italo al fondo Usa: tutte le verità del presidente Montezemolo

“Ridimensionare il progetto? Hanno pagato 2,5 miliardi. Il modello di concorrenza italiana nei treni diventerà tra due anni il modello europeo”. Luca Cordero di Montezemolo (nella foto) spiega così l’operazione Global Infrastructure con Italo, che ha generato qualche perplessità anche a livello politico, che avrebbe preferito la quotazione in Borsa.

Quotazione che vedeva bene anche lo stesso presidente di Nuovo Trasporto Viaggiatori, oggi a tutti gli effetti Italo, ma che di fronte all’entità del rilancio non ha avuto dubbi. E, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il manager si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe, ricordando quanto era successo 4 anni fa: “Quando nel 2014 eravamo sul punto di chiudere, nessuno ha alzato un dito, soltanto Intesa Sanpaolo. E anche adesso non ho sentito nessuno con ipotesi alternative o un offerta per rilevare il 40 per cento”.

Montezemolo ripercorrere poi tutta la storia della compagnia che è riuscita a contrastare quello che era di fatto il monopolio di Trenitalia, resistendo agli ostacoli che si sono incontrati per strada e poi lancia la stoccata finale: “Hanno deciso di investire perché credono nell’Italia. Più di molti altri che lo dicono nei convegni, ma poi non investono un euro”.

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