Dipendenti Alitalia Ecco le richieste al Governo per evitare la crisi

Alitalia non è ancora fuori dalle secche e, se entro fine mese, non arriverà un piano industriale o il nome di un investitore disposto a mettere sul piatto tra 1,5 e i 2 miliardi di euro, i dipendenti saranno pronti alla mobilitazione.

Questo l'allarme lanciato oggi a Roma dalla Federazione Nazionale Trasporto Aereo, neonata associazione che riunisce Anpac, Anpav e Anp. "Alitalia - ha sostenuto il coordinatore della federazione Stefano De Carlo - è stata sicuramente gestita con buon senso dai commissari, ma questo non basta a risolvere i problemi. Nonostante i risultati positivi comunicati a inizio estate, la compagnia chiuderà il 2018 con circa 500 milioni di perdite e la prospettiva, una volta scaduto il termine per la restituzione del prestito ponte a metà dicembre, di non avere più liquidità in cassa per andare avanti".

Le richieste
Secondo i rappresentanti sindacali dovrebbe ora essere il Governo a produrre soluzioni in tempi brevissimi. E prima di un'altra scadenza imminente: quella dei termini per la vendita di Alitalia, fissata al 31 ottobre. "Il Governo - ha ricordato De Carlo - ha parlato di nazionalizzazione e della volontà di valorizzare Alitalia nel sistema Paese, ma è importante che la compagnia inizi a lavorare al più presto con capitali nuovi, quantificabili tra 1,5 e i 2 miliardi di euro, per affrontare un nuovo piano industriale. Per questo - ha aggiunto - sollecitiamo il Mise e il Mit ad aprire al più presto un tavolo di confronto".

Se d'altra parte, non dovessero arrivare in tempi brevi "risposte  tranquillizzanti" da parte del Governo, "non c'é dubbio - ha aggiunto il presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli - che procederemo con la mobilitazione del personale".

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