easyJet chiuderà le basi britanniche, ondata di proteste del personale

Un’ondata di proteste negli aeroporti di Stansted, Newcastle e Southend per questa settimana. È la reazione del personale di easyJet alla notizia della possibile chiusura di tutte e tre le basi del vettore, che potrebbe lasciare a casa 1.290 mambri dell’equipaggio.

A Newcastle le manifestazioni sono già iniziate, mentre a Southend avranno luogo domani e a Stansted venerdì.
Secondo Unite, il sindacato che rappresenta gli equipaggi di cabina del vettore, a far infuriare i dipendenti è il fatto che la compagnia voglia fare tagli al personale dopo aver beneficiato di un prestito pubblico di 600 milioni di sterline e aver pagato ricchi dividendi agli azionisti all’inizio della crisi dovuta al Covid-19.

Una crisi sottovalutata dal chief operating officer Peter Bellew, di cui quasi 3mila dipendenti hanno chiesto le dimissioni tramite una votazione.

Le colpe del Governo
Le richieste dei sindacati riguardano anche il Governo britannico che, a loro dire, non ha fornito un sostegno adeguato al settore del trasporto aereo, uno dei comparti più colpiti dalla pandemia.
“L’esecutivo - sostiene Lindsey Olliver, funzionario regionale di Unite, sulle colonne di TravelMole - è direttamente responsabile di incoraggiare le compagnie aeree a effettuare drastici tagli come soluzione permanente a un problema temporaneo".

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