“Più esploratori e meno turisti”, così viaggiano Millennials e Gen Z

Più ‘esploratori’ e meno turisti. Alla ricerca di esperienze il più possibile autentiche, intime e sostenibili. È questo il profilo dei giovani viaggiatori italiani che traccia lo studio di FlixBusCosa ci spinge a viaggiare’.  

Realizzato dalla società di ricerche Squadrati, fa luce sui bisogni che portano Millennials e Gen Z a partire nel 2023. Le due generazioni si rivelano più attente e consapevoli, pronte ad anteporre la qualità e il valore formativo dell'esperienza di viaggio al turismo 'mordi e fuggi'.

"Negli ultimi anni le persone si sono avvicinate in modo costante a forme di viaggio sempre più virtuose e responsabili, nonché legate a una dimensione più autentica ed esperienziale", spiega Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia.

Cosa si cerca
Vivere a fondo una comunità, entrare in sintonia con le persone e lasciare che i ritmi del luogo scandiscano il proprio soggiorno, anziché dettare i propri. Secondo l’indagine, sempre più viaggiatori manifestano questa volontà nel post-Covid: il 33% degli intervistati dichiara di preferire viaggi formativi "per scoprire luoghi e città con gli occhi dell’esploratore, non del turista", contro il 26% del pre-Covid, per un aumento di 7 punti percentuali in soli tre anni.

Analogamente, è cresciuto il desiderio di "vivere un’esperienza di arricchimento, di crescita personale" (dal 31% nel pre-Covid al 41% di oggi), nonché di "unica" (dal 32% al 36%).

Emerge la disponibilità sempre maggiore, da parte di chi viaggia, a lasciarsi sorprendere dalle peculiarità del contesto locale, con la rinuncia a proiettarvi indiscriminatamente i propri schemi.
Sembra quindi affermarsi sempre di più un nuovo modello di viaggiatore, fondato sull’apertura all’esperienza immersiva di una comunità e sul rispetto per le sue specificità.

Benessere personale
Nella pianificazione di un viaggio, il benessere personale resta una condizione necessaria per la maggior parte dei giovani italiani: oggi il 47% di essi afferma di "preferire viaggi di relax, per ritrovare il proprio benessere", contro il 36% del pre-pandemia. Per il 55% delle persone coinvolte, inoltre, viaggiare significa "staccare la spina, allontanarsi dalla routine", contro il 40% dell’era pre-Covid (inferiore di ben 15 punti percentuali).

In pochi è meglio
Oltre alla voglia di autenticità, fra i viaggiatori italiani del post-pandemia è cresciuto anche il desiderio di intimità, e cioè di condividere l’esperienza del viaggio soprattutto con gli affetti più stretti.

Nella classifica dei viaggi preferiti, un gradino sotto i viaggi di relax, si piazzano infatti quelli 'del cuore', "per stare con le persone a cui si vuole bene", indicati dal 34% degli italiani appartenenti alle categorie dei Millennials e della Generazione Z (contro il 23% del pre-Covid). Inoltre, il 39% di essi indica la compagnia delle persone care, gli amici, la famiglia quale motivazione principale del viaggio (nel pre-Covid era il 31%).

Cresce l’interesse per la natura
Si riscontra una rinnovata sensibilità per il tema ambientale: sale di quattro punti percentuali la preferenza accordata ai viaggi naturalistici, per immergersi e osservare la natura, che passano dal 27% del pre-Covid al 31% del post-Covid. Si consolida inoltre la nicchia dei viaggiatori che partono 'da volontario', per aiutare gli altri o salvaguardare l’ambiente, che nella fase di ripartenza post-pandemia passano dal 3% al 4%.

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