Previsioni turistiche per il 2019: qualcuna facile, qualcuna probabile, qualcuna difficile...

Fare previsioni a inizio anno è facile. È azzeccarle che è difficile. Esempio calcistico: chi dubita che la Juventus vincerà l’ottavo scudetto consecutivo? Nessuno. Chi garantisce che la Juventus conquisterà la Champions League? Nessuno. Forse neanche CR7. Le mie previsioni turistiche vanno lette nello stesso modo. Alcune certe, alcune probabili, alcune chissà.

Giorgio Palmucci verrà nominato presidente Enit per il prossimo triennio: sebbene la sede sia vacante da tre mesi e l’iter burocraticamente lungo, la nomina del manager lombardo è cosa fatta, visto il recente pronunciamento del Senato. Questa è facile. La previsione difficile è che il nuovo presidente riesca a trasformare il vecchio carrozzone parastatale in un’impresa più efficiente di quella che prende in eredità. Basterebbe una mano dalle Regioni, che i suoi predecessori non hanno avuto...

Alitalia sarà gestita ancora dai commissari (e da Fabio Lazzerini): con l’estensione del prestito ponte e qualche numero finalmente in positivo, nulla si muoverà almeno fino alle elezioni europee di maggio. Perché Alitalia è argomento politicamente scottante e - visto che siamo già in campagna elettorale - non è interesse dei contendenti scoperchiare la pentola. Uscito di scena il dinamico commissario Luigi Gubitosi, sostituito da un Daniele Discepolo molto meno appariscente, il pallino - anche mediatico - di Alitalia 2019 sarà in mano a Fabio Lazzerini. Manager lombardo (anche lui), non a caso da qualche tempo viene indicato come chief business officer, da chief commercial officer qual era all’inizio. E a Roma, si sa, i titoli contano.
 
Alpitour sarà sempre più Alpitutto, ma non in Borsa: improbabile che Alpitour ripeta nel 2019 il percorso arrembante del 2018 (acquisto di Eden, ingresso della Tip di Giovanni Tamburi, nascita di Press & Swan SpA); improbabile che lo sbarco in Borsa, una delle “exit” previste dal nuovo azionista di maggioranza, abbia luogo prima del 2020. Perché Alpitutto (ormai pregnante neologismo) dovrà innanzitutto mettere a regime Eden e tutti i marchi che ci girano intorno (Eden Viaggi, Ciao Club, Eden Village, Made, Margò, Hotelplan Italia e Turisanda). Anche per fare in modo che i due miliardi della somma dei fatturati dell’acquirente e dell’acquistato rimangano... due.

La Valtur di Nicolaus sarà tutt’altro rispetto alle Valtur “precedenti”: impresa da far tremare i polsi, quella che sta affrontando Nicolaus dei fratelli Pagliara, ora pubblicamente supportati dal manager di lungo corso Pietro Aversa. Perché la Valtur assegnata a caro prezzo non porta in dote granché, prestigioso marchio a parte: nella débâcle della Investindustrial di Andrea Bonomi non sono rimasti i villaggi “storici” (da tempo passati alla concorrenza), né la sede (trasferita definitivamente da Milano a Ostuni), né il personale (lasciato a casa o accasatosi altrove). Se Investindustrial è una parentesi da dimenticare, Nicolaus farà bene a evitare gli errori anche della proprietà precedente, quella di Franjo Ljuljdjuraj: il quale, avendo in dote il modesto marchio Orovacanze, ebbe la sconsiderata idea di chiamare Valtur qualche villaggio che avrebbe fatto bene a scartare anche come Orovacanze.

Nascerà il secondo polo della distribuzione turistica italiana: questa è la previsione più difficile, quindi la metto per ultima. Stante la potenza di fuoco delle reti sotto il controllo di Alpitour e Costa (Geo e Welcome Travel prevedono di raggiungere le 3.000 agenzie affiliate nel 2019) e la benzina che Alpitutto ed Eden & C. metteranno nei capienti serbatoi di Neos, a chi tocca il compito di contrapporsi al monopolio torinese, se non alla Uvet di Luca Patanè? Uvet che, per riempire i serbatoi di Blue Panorama, avrà bisogno della benzina di Settemari/Amo il Mondo/Jump e di tutti i t.o. non-allineati. Oltre che della spinta del rifondato Uvet Travel System, affidato ad Andrea Gilardi. E a chi potrebbe rivolgersi Luca Patanè, per cercare alleati? Io dico a Franco Gattinoni e al suo Gattinoni Travel Network: insieme cuberebbero 2.000 agenzie, di quelle toste. Nonostante le non sempre comuni vedute, Patanè e Gattinoni si sono sempre parlati, e l’unione fa la forza...

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