Il commento del direttore
Remo Vangelista
Non cercare di essere tutto per tutti, ma puntare dritti sulla propria unicità. Il mondo del lusso sta cercando nuove soluzioni per rispondere alle esigenze sempre diverse e sempre più complesse di un ospite a cui da tempo non sono più sufficienti i guanti bianchi e un servizio da re, ma che cerca nuovi stimoli e, di fatto, la sua personale verità.
A raccontare a TTG Luxury una possibile soluzione per risolvere questo intricato sistema di percezione è un personaggio d’eccezione: Omer Acar, ceo Raffles & Fairmont.
“Il lusso è diventato profondamente personale e riguarda la propria percezione, non la definizione di qualcun altro – spiega -. Per questo i marchi dell'ospitalità devono trattare l'unicità non solo come un elemento di differenziazione, ma come un obbligo. Da Raffles, ad esempio, questo significa concentrarsi su ciò che ci rende diversi e non cercare di essere tutto per tutti, ma essere Raffles in modo inequivocabile e senza scuse”.
Insomma, si punta tutto sulla forza del brand e su cosa contiene: lusso, servizio, esperienze distintive, verità, appunto, nei luoghi e nell’accoglienza.
“Il cambiamento delle esigenze del cliente – svela Acar - sta spingendo i marchi dell'ospitalità ad abbandonare la monotonia e a puntare su esperienze distintive ed emotivamente coinvolgenti”.
Gli strumenti per vincere questa sfida sono semplici, ma allo stesso tempo complessi.
“La sfida per il settore alberghiero è comunicare in un modo che sia autentico, locale e concreto, senza perdere la qualità altissima che ancora attrae le persone – conclude il ceo -. Si tratta di raccontare storie vere e umane che riflettono l'anima di un luogo e di enfatizzare ciò che non passa mai di moda: tradizione, artigianalità e qualità”.