Direttiva Ue: pressing
delle agenzie su Bruxelles

Parte dalla Spagna la ‘moral suasion’ delle agenzie di viaggi per spingere Bruxelles a rivedere i passaggi più critici della nuova direttiva pacchetti. Se fino a ieri la distribuzione europea si era mossa soprattutto dietro le quinte, lavorando in particolare ai vari livelli nazionali, ora la partita entra nel vivo. La Ceav, associazione spagnola delle agenzie di viaggi, ha incontrato i membri del Consiglio dell’Unione europea per presentare le principali richieste, dando così il via al pressing in prima persona per rivedere i nodi critici.

Come riporta preferente.com, le agenzie iberiche si sono mosse prima che il testo entri nella fase finale dei negoziati con il Parlamento europeo.

I nodi critici

Il primo punto in agenda è l’eliminazione del tetto massimo per gli acconti. Una norma che in un primo momento era stata inserita nel testo come vincolante per tutti gli Stati membri, ma poi era stata ‘declassata’ a possibilità, demandando ai singoli Governi la facoltà di introdurre o meno un limite agli anticipi. Le agenzie, tuttavia, hanno sottolineato come una disparità su questa tematica potrebbe creare degli squilibri sul piano della concorrenza tra i mercati.

Nel mirino di Ceav è finita anche la nuova definizione di ‘circostanze straordinarie e inevitabili’, ovvero quelle situazioni che aprono la strada al rimborso senza penali per la rinuncia al viaggio. Secondo le agenzie, l’elenco non esaustivo di casistiche dovrebbe comparire solo nel preambolo del testo, come liee guida non vincolati, interpretando poi ogni caso individualmente.

La questione rimborsi

Inoltre le adv chiedono di eliminare la possibilità per i viaggiatori di recedere dal contratto a causa di circostanze straordinarie al momento della partenza: una misura che, secondo la distribuzione, potrebbe creare oneri sproporzionati per gli organizzatori. In aggiunta, viene chiesta a Bruxelles una maggiore tolleranza rispetto al periodo massimo di 14 giorni per i rimborsi, almeno nel caso in cui i fornitori non abbiamo ancora corrispondo le somme agli intermediari. In altri termini, le agenzie vogliono evitare che le pratiche di annullamento vadano a gravare solo sulle casse della distribuzione, che si troverebbe stretta tra l’incudine dei 14 giorni di tempo per rimborsare il cliente e il martello del mancato pagamento da parte dei fornitori.

Secondo Ceav, l’atteggiamento dei membri del Consiglio dell’Unione europea lascia presagire un’apertura nei confronti delle tematiche sollevate. Insomma, la strada per le migliorie potrebbe essere ancora aperta.

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