Patané: “Uvet
cambia pelle
Ecco la strategia
vincente”

Il gruppo Uvet ha un nuovo chief operation officer. Si tratta di Damiano Sabatino, un passato in Travelport e un futuro da braccio destro del presidente, Luca Patanè, nell’ottica di quella trasformazione digitale necessaria per “continuare a crescere ottimizzando il lavoro e migliorando anche sul fronte della marginalità”.

I numeri

Una marginalità che peraltro, in base ai dati forniti da Patanè, è in recupero. “Il gruppo è cambiato profondamente nel corso degli ultimi anni – ha commentato il presidente durante la presentazione dei risultati e del ‘soft rebranding’ dei marchi di Uvet -. L’azienda si è ripresa ‘alla grande’ dall’impasse del Covid e i risultati ottenuti dimostrano la validità del nuovo disegno strategico che abbiamo messo a punto”.

Venendo ai valori del travel value – “tutti ‘diretti’, prodotti cioè dai settori Viaggi, Gbt, Hotels, Events più altre attività ed escludendo quindi quelli provenienti dalle agenzie di viaggi” - si è passati a livello globale dai 336 milioni di euro totalizzati nel 2021 ai 773 del 2023, transitando per i 641 del 2022. “Con una variazione percentuale del + 20,5% fra 2023 e 2022”.

Ma a provocare la soddisfazione di Patanè è soprattutto l’Ebitda, cresciuto dal 2022 al 2023 del 117,5%, portandosi così a 17,7 milioni.

La nuova strategia

“La razionalizzazione dei costi e l’ottimizzazione dei processi produttivi, favorita dal miglioramento tecnologico in atto – spiega il presidente – hanno influito sul miglioramento della marginalità. Abbiamo puntato sui cavalli che sapevamo avrebbero risposto più velocemente agli stimoli di crescita del gruppo e la sfida si è vinta grazie al ritorno alle nostre attività ‘storiche’. I numeri non sono mai frutto del caso, ma di una strategia precisa, della quale oggi cominciamo a raccogliere i frutti”.

Le previsioni

Per il 2024 le previsioni sono importante a un cauto ottimismo: “Certo, si tratta di un anno particolare. Il Pil rallenta, i tassi di interesse crescono e le elezioni alle porte contribuiscono a generare instabilità. Per contro, la crescita sui Viaggi dovrebbe continuare, così come quella del ramo Events, che globalmente dovrebbe attestarsi sul 10%. Più lento il business travel, con una stima di consolidamento dei numeri sui clienti storici e di incremento del 4-5% sui nuovi clienti”.

Per quanto riguarda la divisione Hotels, “Nei prossimi anni avanzeremo al ritmo di una struttura all’anno, sia sul fronte leisure sia su quello dei city hotels, nell’ottica di un potenziamento ponderato e graduale dell’offerta”.

Il rebranding

Spazio anche al rebranding dei marchi, “Necessario per specificare le differenti attività mantenendo la storicità del marchio Uvet al centro del racconto”.

Tour operating, il futuro

Patanè si sofferma poi sull’attività di tour operator, che prosegue con i marchi Settemari, Amo il Mondo e Jump. “Abbiamo dovuto ripensarla. Non potevamo permetterci di continuare a essere un t.o. tradizionale, non era più sostenibile dal punto di vista finanziario. Per questo abbiamo virato in direzione di un t.o. attivo sui viaggi on demand di segmento medio-alto, estranei alla logica del charter e degli allotment garantiti. Abbiamo trasformato il nostro modello di tour operator all’insegna della sostenibilità aziendale, della crescita economica e dell’approccio a nuovi segmenti di mercato”.

Il network

Infine, il network di agenzie, diminuito in termini numerici. “Il mercato oggi è polarizzato fra pochi grossi gruppi. Il nostro intento resta comunque quello di portare avanti il network in modo deciso, fondandoci su coesione e digitalizzazione delle adv”. Elementi necessari per entrare nel futuro con una marcia in più.

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