Agenzie contro Ryanair
si arriva alla resa dei conti

È probabilmente la rivalità più storica del mondo del turismo. Le vicende che legano Ryanair e le agenzie di viaggi sono un alternarsi di battaglie e tregue. E anche nei momenti in cui sembrava che l’ascia di guerra dovesse essere sotterrata, il trattato di pace non è mai stato realmente firmato.

In un periodo particolarmente turbolento per l’economia mondiale come quello post-Covid, tuttavia, le rivalità sono esplose. Fino ad arrivare alle carte bollate.

Oggi, come riporta ilsole24ore.com i legali di Ryanair saranno ascoltati dall’Antitrust e dovranno perorare la causa del proprio business model che, senza troppi giri di parole, ha la dichiarata intenzione di favorire la vendita diretta.

La decisione dell’autorità sarà per certi versi storica, perché potrebbe mettere dei punti fermi in una vicenda che dura ormai da decenni. Ovvero da quando il modello low cost è diventato una parte importante del trasporto aereo.

Le ultime schermaglie

Il ceo di Ryanair Michael O’Leary, come riportato nelle scorse ore non ha mancato di lanciare le sue ultime stoccate, chiamando in causa le Ota.

Ma la replica delle agenzie di viaggi non si è fatta attendere. Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti, ha sottolineato come siano state le agenzie di viaggi fisiche e non le Ota nominate da O’Leary a inviare “una segnalazione all’Antitrust per la condotta scorretta di Ryanair che, fra l’altro, fa leva sulla sua posizione dominante detenuta sui mercati del trasporto aereo per estendere il suo potere di mercato all’offerta di altri servizi turistici. Autorità che ha successivamente deliberato l’avvio del procedimento cautelare contro la compagnia aerea, ritenendo che ci siano i presupposti per arrecare un danno grave alle agenzie di viaggio fisiche e dunque agli stessi consumatori, precludendo di fatto la possibilità di avere un accesso libero, effettivo e trasparente ai voli Ryanair presso le agenzie fisiche. Dunque, è il vettore aereo che limita il mercato e non viceversa”.

Nessuna delle due parti ha la minima intenzione di deporre le armi. Ora la parola passa all’Antitrust.

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