Vettori
e cancellazioni
Le sorprese
dell’estate

Alla vigilia di un’estate che si preannuncia incerta sul fronte del trasporto aereo, torna alla ribalta il timore delle cancellazioni. Nelle scorse settimane diversi addetti ai lavori hanno lanciato l’allarme per l’alta stagione a causa del perdurare della carenza di personale negli scali europei e, come se non bastasse, si levano insistenti voci sulla possibile riduzione degli operativi da parte delle compagnie aeree che operano collegamenti transatlantici tra Usa e Vecchio Continente, come riflesso delle tensioni commerciali in essere tra i due versanti dell’Oceano Atlantico.

Possibilità che rischiano di togliere il sonno anche agli operatori della distribuzione, nell’ottica di doversi fare carico delle conseguenze di eventuali soppressioni last minute da parte dei vettori. Non è un caso, del resto, che proprio su questa materia si stia dibattendo nel corso dell’iter di revisione della Direttiva europea sui pacchetti di viaggio.

Intanto, però, per provare a capire che estate sarà nel corto e medio raggio, si può partire dal recente ranking elaborato dalla piattaforma FlightRight sulla base delle cancellazioni registrate nei primi mesi del 2025.

Le performance

Ita Airways spicca in positivo per un tasso di cancellazione dello 0,0%, percentuale che si traduce in una partenza annullata su quasi 47mila. Lodevoli anche le performance di Turkish Airlines e Iberia, che hanno messo a segno un tasso di cancellazione dello 0,1%, con rispettivamente 3 voli annullati su 52mila e 12 voli annullati su oltre 81mila.

Rimangono sotto la soglia dell’1%, a sorpresa, anche low cost come Ryanair (0,29%), easyJet (0.45%) e Vueling (0,64%). Tassi di cancellazione, i loro, che si mantengono bassi nonostante l’intensa operatività. In alcuni casi infatti il dato è registrato su oltre 100mila e 300mila partenze.

Supera l’1%, invece, il tasso di cancellazione nel caso di vettori come Lufthansa (1%), British Airways (1,58%), Klm (2,04%) e Finnair (3,35%). Quest’ultima, in particolare, insieme a Swiss (1,29%), sembra pagare la carenza di piloti.

I vettori di bandiera

Un elemento preoccupante che emerge dall’analisi è, però, una forte debolezza delle compagnie aeree di bandiera, che restano le aziende più esposte ai disagi. Queste si trovano spesso a fare i conti con scioperi e saturazione delle fasce orarie. Fenomeni che, dai dati rilevati nei primi mesi dell’anno, potrebbero protrarsi anche nei mesi estivi.

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