Il commento del direttore
Remo Vangelista
Europei, statunitensi, sudamericani ed asiatici. Se l’hospitality in Italia ha spiccato il volo lo si deve soprattutto a loro, che hanno contribuito a un exploit di occupazione e adr trasversale su tutte le fasce di hotel, dalla luxury alla midscale. Le cifre sono quelle dell’Italian Hotel Monitor, elaborato da Trademark Italia, che segnala come, dopo un primo trimestre all’insegna della continuità, il secondo trimestre del 2025 si sia concluso con indicatori tutti in crescita e una buona distribuzione di flussi lungo la Penisola.
Grazie anche a un calendario favorevole con festività pasquali e diversi ponti, l’occupazione camere media registra un aumento di 1,1 punti sull’analogo periodo del 2024, mentre il prezzo medio camera segna un +5,6%, con picchi superiori al 10% in alcune città. La curva positiva, poi, si accentua se paragoniamo i dati a quelli del secondo trimestre del 2023: in questo caso l’incremento supera ampiamente il 15%.
Ma il segnale maggiormente positivo viene dalla media di occupazione camere. Guardando questo indicatore, infatti, si può riflettere sul fatto che l’attrattività dell’Italia sembra ormai essersi allargata a macchia d’olio includendo una vasta gamma di località, comprese quelle solitamente meno frequentate dalla componente estera di clientela. Tra le 39 città monitorate, infatti, soltanto una (Sassari) non supera la simbolica quota del 60% di occupazione camere e addirittura 20 si posizionano al di sopra del 70% di toc, mentre sono quattro le città che oltrepassano l’80%: Bologna con l’82,4%, Roma con l’82, Milano con l’81% e Firenze con l’80,6%.
Parallelamente alla crescita della domanda lievitano anche i prezzi in tutta Italia. Emblematico il caso di Perugia, dove le tariffe delle camere degli hotel midscale sono salite in media di 14,2 punti percentuali.