Affitti brevi a Milano, Aigab: "Crociata contro il settore, ma è un falso problema"

Aigab - Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi si trincera in difesa in quella che definisce una crociata contro un settore che, secondo loro, non rappresenta – almeno nel caso di Milano - un problema per i residenti.

“Gli alloggi promossi online a Milano con finalità di affitti brevi – spiega in una nota - sono soltanto l’1,6% delle case esistenti in città. Possibile che quell’1,6% di case online, per il 95% di proprietà di singoli proprietari che li gestiscono in modo diretto o li affidano a gestori professionali, siano il problema? Possibile che improvvisamente Milano possa essere paragonata a Venezia che ha tutt’altre problematiche ed emergenze?”.

Le cifre del business
E snocciola tutte le cifre di un business che, secondo le sue stime, nel 2023 porterà a Milano prenotazioni pari a 350 milioni di euro, di cui 171 milioni (52%) vanno ai singoli proprietari degli immobili, mentre il 19,5%, grazie anche al lavoro dei property manager professionali, va direttamente nelle casse dello Stato (17 milioni al Comune come imposta di soggiorno, 36 milioni in cedolare secca, 14,6 milioni in Iva su commissioni alle Ota).

Per non parlare dell’indotto: “Per ognuna di queste prenotazioni - sottolinea Aigab - i gestori professionali si avvalgono di società specializzate per le pulizie che impiegano personale, ci sono corse in taxi, colazioni nei bar, ristoranti, musei, concerti e shopping”.

Il fenomeno delle case sfitte
Le domande giuste che ci si deve porre, aggiunge Aigab, sono: perché ci sono quasi centomila case sfitte a Milano? Perché i milanesi non si fidano ad affittare a lungo termine? Perché il pubblico non ha il denaro e non è in grado di gestire in modo efficiente il proprio patrimonio immobiliare? “Siamo sicuri - sostiene l'associazione - che la risposta a queste domande sia la restrizione del diritto di proprietà di migliaia di cittadini, affrontare questa esigenza con limitazioni alla libertà d’impresa e al mercato e la gestione pubblica del mercato degli affitti? Noi non ne siamo convinti e crediamo che migliaia di cittadini italiani siano dello stesso avviso”.

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