Il commento del direttore
Remo Vangelista
Parte domani la 46° edizione della Dakar, la storica competizione in 14 tappe che vedrà impegnati nel deserto dell’Arabia Saudita alcuni dei piloti più famosi al mondo.
La competizione partirà da AlUla e terminerà a Shaybah dopo aver percorso 7.875 chilometri totali e aver sostato un giorno a Riad.
La tappa più lunga sarà quella del 14 gennaio, da Riad a Dawadimi.
La storia
"Una sfida per quelli che partono. Un sogno per quelli che restano a casa". Thierry Sabine si era perso con la Yamaha XT 500 nel deserto del Ténéré durante il rally Abidjan-Nizza 46 anni fa. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, abbandonata la moto, proseguì nel deserto a piedi. Lo soccorsero che ormai era spacciato, ma lui, solo in quella immensa distesa di sabbia, aveva avuto una visione: organizzare il più folle rally raid mai visto prima. L’anno seguente, il 26 dicembre 1978, 182 equipaggi si ritrovarono a Parigi, negli Champs-Élysées, a bordo di auto, moto e camion, per darsi battaglia alla volta del Senegal. Era così nata la storica Parigi-Dakar.
Come in un rituale che si ripete ogni anno, il 5 gennaio scatterà da Al Ula, in Arabia Saudita, la 46esima edizione della folle corsa. Dopo l’avventura africana (1978-2008) e il decennio sudamericano (2009-2019), dal 2020 il rally raid si è spostato in Medio Oriente. Il Gps ha sostituito mappe e bussole e si dorme nei motorhome, ma l’avventura rimane.