Il commento del direttore
Remo Vangelista
L’Europa segna una battuta d’arresto nella sua crescita turistica. È questo il segnale che arriva dal Barometro dei viaggi a lungo raggio della European Travel Commission, che indica come ci sia una leggera ma significativa decrescita nelle intenzioni di viaggio verso il Vecchio Continente rispetto allo stesso periodo del 2024.
Se lo scorso anno il 41% degli intervistati prevedeva di visitare l’Europa in estate, nel 2025 la percentuale scende al 39%.
Il calo più sensibile è quello che si registra dagli Stati Uniti, Brasile, Canada e Giappone, dove l'incertezza economica e l'aumento dei costi di viaggio hanno influenzato il sentiment. Negli Usa, solo il 33% degli intervistati intende visitare l'Europa, con un calo del 7% rispetto allo scorso anno; l'accessibilità economica e il disagio politico sono stati citati come principali deterrenti.
Anche l'interesse brasiliano è diminuito del 6%, sebbene l’interesse rimanga forte tra i viaggiatori più giovani e con redditi più alti. In Canada, la quota di coloro che pianificano un viaggio in Europa è scesa del 5%, al 37%, mentre il Giappone mostra l'interesse più basso, al 13%. Nel frattempo, il sentiment in Corea del Sud rimane stabile, con il 30% che vuole venire in Europa, concentrandosi principalmente su Francia, Spagna e Italia.
Al contrario, la Cina si distingue come l'unico mercato con un forte aumento delle intenzioni di viaggio. Spinta dalla ripresa economica e dall'evoluzione delle priorità dei consumatori, il 72% degli intervistati cinesi ora prevede di visitare l'Europa, con un aumento del 10% su base annua.
Anche l'Australia mostra un modesto aumento, con il 40% degli intervistati che indica l'intenzione di viaggiare nella regione.
La questione costi
Alla base di questo calo, la questione prezzi. La percezione dell'Europa come destinazione costosa rimane, infatti, il principale ostacolo. Quasi la metà di coloro che non hanno intenzione di visitarla indica una spesa elevata, con un aumento del 7% rispetto al 2024. Le preoccupazioni relative ai costi sono particolarmente acute negli Stati Uniti e in Brasile.
Anche le abitudini di viaggio si stanno evolvendo. Sempre più viaggiatori optano per partenze estive anticipate, con l'interesse per i viaggi di maggio e giugno in aumento dal 24% al 34%, con meno partenze, quindi, nei mesi centrali e classici dell’estate.